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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   IL RISORGIMENTO.
   mondo antico, da un altro i commerci ed i viaggi degli Italiani dilargavano i confini della terra, preparando altri e grandiosi rivolgimenti del pensiero umano.
   Mercè il commercio de'suoi Stati marittimi, l'Italia era già fin dai primi secoli del Medio Evo congiunta coli' Asia e coll'estremo Oriente.
   Anche innanzi la prima crociata (1096) gli Amalfitani praticavano nei porti di Levante ed i Pisani avevano fattorie sul mar Nero. Già fin d'allora, o poco dopo, gì' Italiani facevano in Europa il commercio esclusivo delle spezierie. le quali dalle Molucche, isole dell'Oceano Pacifico, giungevano in Italia attraversando una quantità di popoli diversi. Per questo mezzo pervenivano quindi notizie delle terre e dei popoli orientali. — Guglielmo di Puglia, un poeta di questi tempi, ne' suoi rozzi versi latini, ci fa sapere che in Amalfi si conoscevano gl'Indi ed altri popoli dell'Asia e dell' Africa.
   Urbs haec dives opurn, populoque referta videtur,
   Nulla magis locuples argento, vestibus, auro.
   Partibus innumeris ac plurimus urbe moratur
   Nauta, maris eoe'ique vias operire peritus.
   Huc et Alexandri diversa feruntur ab urbe,
   Regis et Antiochi. Haec (etiam1?) freta plurima transit.
   Hic Arabes, Indi, Siculi noscuntur, et Afri.
   Haec gens est totum prope nobilitata per orbern,
   Et mercanda ferens, et amans mercato referre (1).
   Un altro verseggiatore del XII secolo rimprovera Pisa d'aver le sue vie piene di Giudei, di Arabi e di altri simili « mostri marini ». — Ecco i suoi versi:
   Qui pergit Pisas, videt illic monstra marina;
   Haec urbs Pagaiiis, Turchis, Libycis quoque, Parthis,
   Sordida; Chaldaei, Araldaei sua lustrant moenia tetri (2).
   Tutti poi sanno come per le crociate si estendessero rapidamente le relazioni delle città marinare e commercianti d'Italia col Levante. Ivi gl'Italiani convissero cogli Arabi (i quali da due secoli avevano estesa la loro potenza dalle coste dell'Africa alla valle dell'Indo), e parteciparono alla ricchezza delle loro cognizioni geografiche e della loro coltura.
   Nel corso delle prime crociate i Genovesi ottennero privilegi in Antiochia (1098 e 1127), in Giaffa, Cesarea ed Acri (1105), in Laodicea (1108 e 1127); i Veneziani in Giaffa (1099), in tutto il regno di Gerusalemme negli anni 1111, 1113, 1123, 1130; i Pisani in Giaffa, Cesarea ed Acri nel 1105, in Antiochia nel 1108 (3).
   Nella quarta crociata (1201), dopo la presa di Costantinopoli fatta dai Latini, i Veneziani, nella divisione dell'impero, se n'ebbero un quarto e mezzo tra città ed isole varie. E quando i Greci ricuperarono il loro impero, i Genovesi, che avevano ajutato questa rivoluzione, ottennero alla lor volta dei privilegi, e sì stabilirono a Pera. Da questo luogo, essi, per l'Eusino, il mar d'Azof ed Astrakan, estesero le loro relazioni fino nelle regioni centrali dell'Asia.
   Anche i Veneziani avevano stabilimenti in Crimea, ed il Petrarca in una sua lettera da Venezia, così parla a proposito di una nave veneta che aveva salpato per il mar Nero : « Et ipsa quidem Tanairn it visura, nostri enim maris navigatio non ultra tenditur; eorum vero aliqui, qaos haec fert, illic iter (instituent) eam egressuri, nec antea substituri, quam Oange et Caucaso superato, ad Indos atque
   (1) Muratori, Dissert. 30.
   (2) Donizio, Vita Comitissue Matkildis, in Muratori, Dissert51.
   (3) Balbo, Sommario della Storia d'Italia. Età sesia, 45.