CAPITOLO PRIMO. — CONDIZIONI DEL PENSIERO ITALIANO, ECC. 27
eoctremos Seres et Orìentalem perveniatur Oceanura. En quo ardens et inexplebilis habendi sitis hominum mentes rapii! » (1)
Nè mancarono le navigazioni verso Occidente.
F.'ii dal 1281 i genovesi Vodino e Guido Vivaldi, usciti dallo stretto Gaditano e costeggiata l'Africa, si drizzarono verso mezzodì per trovarvi il passaggio alle Indie. — Dopo alcuni anni (1291) Tedisio Dona ed Ugolino Vivaldi, genoves. anch'essi ritentarono l'Atlantico, e scoprirono, o trovarono di nuovo, le dimenticate Canarie. Una di queste isole, la Lanzerotta, porta il nome di un altro navigatore genovese, Lanzelotto Malocello. Nicoloso Di-Recco e Angiolo Del-Tagghio guidarono i primi esperimenti che le galee portoghesi, verso la metà del secolo XVI, arrischiassero lungo le costiere del promontorio atlantico (2).
Intanto erano sorti arditi viaggiatori che per ragione di commercio o di religione si avventurarono nelle regioni più lontane del globo. — Giovanni da Pian Carpino (1246), Andrea di Longimello (1249), monaci e missionar i viaggiarono e predicarono tra i Mogolli; nel 1254 Angelmo Domenicano andò ambasciatore del Pontefice al gran Khan di Persia ; Marco Polo (1270-1295) percorse ed abitò la Mongolia, la Tartana, la Cina, l'India, tutta l'Asia dei primi discendenti di Gengis Khan. Fatto prigioniero dai Genovesi, mentre egli era in carcere dettò a Rusticiano di Pisa quelle memorie de' suoi viaggi che si pubblicarono dappoi sotto il nome di Milione.
Quell'Oriente cercato con tanta avidità fu, negli anni che seguirono il Polo, visitato da Oderico da Pordenone francescano (1314-1350), da Marco Cornaro veneziano (1319), da Pegoletti e dal più celebre Marin Sanudo da Venezia. Questi esplorò l'Egitto, la Palestina, l'Armenia e nel libro Seeretorum Fidelium Crucis dedicato nel 1321 al Pontefice, oltre a cose di sommo interesse per la geografia e la storia di quelle antiche sedi della civiltà, « predicò, dice Humboldt, una crociata nell'interesse del commercio, volendo distruggere le prosperità dell'Egitto e dirigere tutte le mercanzie dell'India per Bagdad, Bassora e Tauride (Tebriz), a Calfa, Tana (Azof) ed alle coste asiatiche del Mediterraneo.
Contemporaneo e compatriota di Polo, del quale non conobbe il Milione, il Sanudo si eleva a grandi viste di politica commerciale; egli è il Raynal del Medio Evo, meno l'incredulità d'un abate filosofo del secolo decimottavo » (3).
Sullo scorcio del secolo XIV (1390) i fratelli Nicola ed Antonio Zeno viaggiarono nelle terre artiche occidentali, nell'Islanda e Frislanda (Groenlandia), raccogliendovi le notizie di un gran continente occidentale.
Così prima ancora che si potesse attingere a tutte le sorgenti della letteratura antica, il genio italiano s'era già lanciato nelle regioni orientali ed occidentali del globo, vi aveva raccolto importanti notizie geografiche e storiche, ed il presentimento che col sole declinante
.... il dì nostro vola A gente che di là forse l'aspetta (4).
La teoria della sfericità della terra era infatti volgare in Italia. San Tomaso e Dante l'avevano sostenuta; Cecco d'Ascoli, Fazio degli Uberti, Goro Dati, Berlin-ghieri verseggiarono di geografia ed insegnarono la sfericità della Terra (5). « Uno
(1) I Veneziani, nota l'Humboldt (Cosmos II, 2.a part., chap. VI), poterono presto ricevere, a traverso l'Egitto, 1'Abissinia e l'Arabia, delle notizie sulle fattorie di commercio stabilite dagli Indiani e dagli Arabi lungo la costa orientale dell'Africa, e sulla forma dell'estremità meridionale del Continente.
(2) Da un discorso di Cesare Correnti su Colombo, premesso ad alcune lettere di Colombo stesso. Milano — Daelli — Biblioteca Rara.
(3) Cosmos, Voi. Il, in nota.
(4) Petrarca, Canzone IV.
(5) C. Correnti nel discorso citato.