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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO PRIMO. — CONDIZIONI DEL PENSIERO ITALIANO, ECC. 29
   Perchè questo obblio? perchè la loro lettura fastidisce o non lascia traccie durevoli nell'anime nostre?
   Cerchiamo di rispondere a queste istanze coll'analizzare i monumenti poetici di quest'epoca.
   Sessantanni circa dopo la morte di Dante, e forse venti dopo quella di Fazio degli Uberti, Federico Frezzi da Foligno scriveva un poema intitolato il Quadriregio o Quatriregno: è questa la prima opera che dobbiamo brevemente esaminare.
   Cominciamo del porgere alcune notizie intorno al suo autore.
   Federigo Frezzi, nato in Foligno nella seconda metà del secolo XIV, fu maestro in sacra teologia e frate dell' ordine di S. Domenico. Le estese sue cognizioni teologiche e filosofiche gli avevano fatto un gran credito presso i confratelli del suo ordi'ie e presso la Curia romana; fu molto erudito nelle lettere antiche, e così versato nel diritto canonico e civile da essere spesso chiamato dai nobili e principali cittadini di Foligno a comporre le differenze fra loro insorte.
   Creato dapprima provinciale dell' ordine di S. Domenico per la provincia romana, egli fu più tardi (1403) elevato al vescovado di Foligno da papa Bonifacio IX.
   Erano ì tempi dello Scisma occidentale. 11 Frezzi, devoto all'autorità dei Pontefici di Roma, sostenne le parti loro contro gli antipapi di Avignone, e nel convento dei Domenicani di Foligno sofrse per opera sua un'accademia detta dei Concili i, dove i frati dovevano studiare e commentare le deliberazioni seguite nei precedenti Concili) della chiesa cattolica, onde mettersi in grado di trattare efficacemente le materie che si dovevano discutere in quelli che si stavano preparando per mettere fine allo Scisma.
   Quando poi codesti Concilii si raccolsero in Pisa prima nel 1409, e più tardi in Costanza nel 1416, il Frezzi vi assistette in qualità di teologo e di vescovo, valido e zelante sostenitore delle prerogative papali. Ma non si erano tenute che poche adunanze del concilio di Costanza, quando egli morì in questa stessa città (1416? 1417?).
   Pare che tra il 1380 ed il 1400, cioè prima di salire al vescovado, il Frezzi componesse il poema in terza rima che intitolò il Quatriregio e dedicò ad Ugolino Trinci che signoreggiava in Foligno come vicario del Pontefice: questo poema è tutto che rimane del vescovo Frezzi.
   Il Tiraboschi nella sua Storia della Letteratura italiana, dice del Quatriregio : L'autore si propone di imitare il grande Alighieri, a cui, benché sia lungi dalVes-sergli uguale, si può dire però che non infelicemente tien dietro. Il signor Emiliani Giudici trova che ha pregi tali che avrebbero insuperbito qualunque dei poeti di queir epoca; e benché nello insieme sembri un frutto il quale porge testimonio della stagione che cade, non possiamo negargli pregi singolarissimi e veramente poetici in fatto di stile.
   Riverenti al giudizio di questi due illustri storici della nostra letteratura, scuotiamo la polvere dell'obblio che ricopre il Quadriregio e leggiamo (1).
   L'opera è divisa in quattro libri; i primi tre contengono i regni d'Amore, di Satana e dei Vizi; il quarto tratta del regno della Virtù
   Libro primo. — Siam di maggio e il Frezzi si finge giovane ed innamorato. Vagando solitario in un giardino, egh volge le sue preci al Nume che l'ha ferito, e Cupido gli appare con in mano il solito arco dorato:
   Di mirto coronato il capo biondo
   In forma pueril, con sì bel viso
   Che mai più bel fu visto in questo mondo.
   Pietoso al tormenti del giovine, egli scende dal cielo in suo soccorso e gli narra come in Oriente « tra lochi incolti e fra gli ombrosi boschi » vi sia un reame pieno
   (1) 11 Quadriregio (li Federigo Frezzi. Volume uiiico. Venezia, Giuseppé Antonelli 1839. Edizione fatta su quella di Foligno del 1725.