30 IL RISORGIMENTO.
di Ninfe governate da Diana. Tra queste Ninfe havvene una bellissima, chiamata Fi-lena ; questa Cupido ferirà d'un suo dardo dorato, e tosto essa arderà della fiamma istessa del poeta.
Lusingato da queste liete promesse, il giovinetto affrettasi a seguirlo, Come d'altronde resistere a questa divina potenza? Giove e i Numi tutti dell'Olimpo dovettero piegarvisi; la terra, l'aere, il mare non poterono resistere al suo foco: Ercole stesso, il forte Ercole, un giorno
In cambio della spada poi si cinse La rócca e il fuso per la bella Jole.
Seguendo adunque il Nume che lo aveva affascinato, dopo molto camminare, il poeta trovasi in un ameno boschetto vicino ad una pianura, dove c'era Diana, reduce dalla caccia, circondata da un coro di Ninfe, tra cui Filena. Fedele alla promessa fatta, Amore ferisce la Ninfa, la quale tosto s'accende del poeta. Ma le altre Ninfe e la vergine Diana, accortesi del colpo, fuggono rapidamente, trascinandosi dietro anche Filena. Era invano, chè la poveretta già languiva d'amore. Sconsolata s' apparta dal coro delle sorelle, confida i suoi martirii a Rifa, Naiade custode d'un fiume, e la scongiura d'ire in cerca del giovinetto. La pietosa Rifa va, trova il poeta sempre errante per le selve, gli svela l'amore che Filena nutre per lui, e s'allontana. Il giovinetto s'avvia allora in cerca dell' amante, e giunto presso un fiume la scorge lontano, sulla riva opposta a quella dov' egli stava. Col cuore pieno di speranza si accinge a guadare il fiume, ma in quel mentre s'ode il corno di Diana, reduce dalla caccia colle sue Ninfe; Filena sbigottita fugge, e nel fuggire gli gitta un dardo.
Io amo te occulto, ivi era scritto, L'amor che ferì Febo di Parnaso Ferito m'ha li panni, e il cor trafitto.
Ed ora per il povero fedele di Cupido cominciano i guai, le lotte, i disinganni, i patimenti. — Cupido lo abbandona, ed egli move soletto e di notte per una selva oscura e senza sentieri, sempre cercando di Filena e sempre sperando rinvenirla. Sul far del giorno s'avviene finalmente in un Satiro, il quale dopo avergli astutamente carpito il dardo di Filena, s'invola recandolo a Diana. La misera Ninfa, colta in così grave fallo, viene da Diana mutata in pianta, e questa miseranda fine della sua diletta è narrata al poeta da Rifa, venuta apposta ad incontrarlo.
Disperato per questo avvenimento, mentre egli maledice a Cupido, Cupido gli appai1 di nuovo, e pur che lo segua ancora, gli promette di farlo lieto di un'altra e più vezzosa Ninfa.
Il poeta, acceso sempre della perduta Filena, rifiuta; ma poiché Cupido gli ebbe vibrato un dardo di piombo, egli subito sentì tacersi in seno l'affetto antico, e lieto acconsentì a seguitarlo.
In quel tempo Diana doveva celebrare la festa anniversaria in onore della sua genitrice Giunone. La festa ha luogo, la regina degli Dei interviene seguita dal celeste coro delle sue Ninfe,
Tutte vaghette, adorne ed amorose Incoronate di splendenti stelle.
Dopo molti canti e suoni e balli, le Ninfe seguaci di Diana e di Giunone si sfidano a chi meglio tratt l'arco, e premio alle vincenti è una ghirlanda. Scelti i campioni delle rispettive parti, vince la prova Lippea, ninfa del coro di Giunone, alla quale, dopo una specie di riprova alla caccia del cervo, è riserbato il premio. Il poeta, che insieme a Cupido, non visto, aveva assistito a questa scena, s'accende