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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   44 il risorgimento.
   Le opere letterarie lasciate dal Sacchetti alcune sono in versi, altre in prosa.
   La materia delle sue poesie è assai varia. Abbiamo delle liriche amorose, delle canzoni civili e politiche, un poemetto giocoso intitolato «La battaglia delle giovani colle vecchie », e infine molte ballate.
   Questi canti, anche ove non presentino grande valore artistico, sono interessantissimi per la storia, perchè rivelano gran parte dei sentimenti e delle idee che si agitavano nella coscienza italiana nella seconda metà del secolo quattordicesimo.
   Delle liriche amorose del Sacchetti non mette conto il parlarne. Esse non sono che imitazioni del Petrarca, tributi pagati alle esigenze della moda poetica; però nulla aggiungono alla storia dell'arte. Ogni poeta doveva inneggiare ad una crudele beltà convenzionale coi sentimenti, colle imagini e le forme consacrate dal cantore di Laura.
   Nè, quanto all' arte, sono gran cosa le sue canzoni politiche e civili. Esse procedono il più delle volte in modo fiacco ed affatto prosaico. I nobili affetti ed i generosi sentimenti del poeta, nel loro estrinsecarsi vengono meno per mancanza di ispirazione e di attitudini veramente liriche. Talora soverchiato dal particolare, il Sacchetti stanca con lunghe enuinerezioni di fatti e di nomi lasciati nudi e scabri; tal altra dominato dal generale, ragiona, assume un tono oratorio, e l'astratto rimane qual è, non incarnato in forme concrete e viventi.
   Il suo ingegno poetico riesce meglio là dove si richiede minor potenza d'ispirazione , minor larghezza e solennità di forme e maggior semplicità d'affetti, di grazia e di brio nelle forme e nelle imagini. Per questo, più di tutte le altre sue poesie, piacciono le ballate e i versi dove scherza e satireggia, come nel Poemetto intitolato « La battaglia delle giovani colle vecchie ». Allora le sue impressioni ed i suoi sentimenti si traducono e rivivono in versi pieni di grazia, di semplicità, di verità. Specialmente le scene che rappresentano la natura ti trasportano fra i ridenti colli della Toscana :
   0 vaghe montanine pastorelle,
   D'onde venite si leggiadre e belle?
   Qual è il paese dove nate séte,
   Che sì bel frutto più che gli altri adduce?
   Creature d'amor vo' mi parete,
   Tanto la vostra vista adorna luce!
   Nè oro, nè argento in voi riluce,
   E mal vestite parete angiolelle. —
   — Noi stiamo in alpe presso ad un boschetto, Povera capannetta è il nostro sito:
   Col padre e con la madre in picciol letto Torniam la sera dal prato fiorito, Dove natura ci ha sempre nudrito, Guardando il dì le nostre pecorelle.
   — Assai si de' doler vostra bellezza, Quando tra monti e colli la mostrate; Che non è terra di sì grande altezza Dove non foste degne et onorate. Deh, ditemi, se voi vi contentate
   Di star ne' boschi così poverelle. —
   — Più si contenta ciascuna di noi Andar dietro alle mandre, alla pastura, Che non farebbe qual fosse di voi
   D' andare a feste dentro a vostre mura. Ricchezze non cerchiam nè più ventura Che balli, canti, fiori e ghirlandelle. — Ballata, s'io fossi come già fui,