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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

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a cura di Federico Adamoli

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   IL RISORGIMENTO.
   riderne. Il concetto fondamentale del Decamerone è che gli uomini debbono cessare dalle vaglie e deliranti aspirazioni verso un ideale celeste che trema incerto d'innanzi allo sguardo, e s'allontana a misura che si tenta di accostarvisi. La vita terrena è un bene di cui gli uomini debbono lilialmente rivendicare il godimento, cogliendovi quelle delizie che possono maggiori. I giovani del Decamerone fuggono fin l'aspetto della sventura, e raccolti in luogo dove non ne giunge la voce, in geniali trattenimenti, non potendo godere i piaceri reali, godono queln almeno dell'imaginazione.
   Le forme della poesia rivelano perfettamente le modificazioni e tendenze successive della vita interiore del secolo XIV.
   La forma dantesca è rapida, sintetica, or piena di fede e d'amore, or straziante d'angoscia, or rovente d'ira e di vendetta, sempre malinconicamente austera, propria d'un' anima che non è in pace con sè stessa, che è tormentata da aspirazioni non appagate, che ha d'innanzi un'ideale non raggiunto. La forma del canzoniere del Petrarca è più tersa, più elegante, più serena ; ma questa serenità è sempre leggermente velata di lagrime : « è una Venere sì, ma una Venere dalla guancia pallida e dagli occhi pensosi. » (1) Nella prosa classica del Boccaccio le mestizie e le lagrime sono scomparse ; ridenti, voluttuose, piene di vezzi fino alla maniera, le forme del Decamerone testificano la festa del senso fra le delizie della vita terrena.
   Dopo il Boccaccio, questa tendenza assunse forme diverse a seconda dell'indole e della coltura propria d'ogni scrittore, senza tuttavia perdere il suo carattere essenziale di umana e sensualistica.
   Si prenda per esempio il Sacchetti. Nelle sue novelle, alle mistiche aspirazioni verso il cielo, all'ascetismo, sottentrano motivi mezzi e fini tutti umani e terreni ; alle terribili e fantastiche leggende che Fra Jacopo Passavanti narrava per distogliere collo spavento gli uomini dai sentieri profani e guidarli a penitenza, succedono i motti, gli scherzi piacevoli, le novellette scritte per confortare d'un riso l'umana vita. Le virtù che appariscono maggiormente care e pregiate nel Novelliere fiorentino, sono quelle che giovano alla famiglia, Illa patria, all'arte, a tutti gli scopi mondani dell'uomo e delle società umane. Il Sacchetti solleva sorridendo i lembi del velo che copre la vita religiosa, e te la presenta qual è, piena d'ipocrisia e di corruzione. — Nei rimatori degli ultimi anni del Trecento noi non troviamo nessuna di quelle note piene di fede, d'amore, di malinconia che risuonano nei versi di Guido Cavalcanti, di Dante, e del Petrarca. Si confrontino le Ballate del Sacchetti con quelle dei due primi poeti accennati, e in mezzo alle grazie di che entrambe sono fiorite, si vedranno le une improntate d'un carattere ameno, facile, scherzevole, si riscontrerà nelle altre la invincibile mestizia propria di tutta l'arte del Medio Evo.
   Nella poesia dell'epoca di cui teniamo discorso si rivela una grande trasformazione nell'ideale dell'arte. La poesia di Dante rappresentava il mondo dello spirito, 1' attuale tende più a rappresentare quello del senso : quella ritraeva più la vita interiore, e risente la fede nel sovranaturale; questa avviasi a pennelleggiare la vita esteriore, e testifica lo scetticismo che si è insinuato nell'animo; però ancora, l'una sforzavasi in un al di là inarrivabile della vita, l'altra mira a rimanere dentro i limiti del mondano, vuole la terra e non il cielo.
   A questo si aggiunga il risorgere della classica antichità. La poesia italiana, fin dal suo primo apparire, se da una parte s'immedesima collo spirito proprio del Medio Evo, da un'altra reca le impronte del genio latino, vivente sempre in fondo all'anima della nostra schiatta. Questa è un'osservazione che abbiamo avuto opportunità di fare altre volte.
   Aggiungeremo qui che il rinascere e l'invigorirsi della tradizione latina in Italia, a quel modo che segnò il primo sviluppo della civiltà dei Comuni, ajutò anche ad introdurre nei primi tentativi della nuova poesia cristiana un elemento essenziale
   (1) De Sanctis. op. cit.