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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO PRIMO. — CONDIZIONI DEL PENSIERO ITALIANO, ECC. 51
   all'arte. Le aspirazioni nuove ed i nuovi fantasmi, sorti dalle trasformazioni operate nella coscienza umana dal cristianesimo, vaghi, incerti, erranti nell'anima del Medio Évo, trovarono nel genio latino una forma determinata: in quelle forme antiche visse un'anima moderna, quasi presagio della riconciliazione fra le due età, che doveva più tardi accadere in Italia.
   Nella Divina Commedia l'antichità vi apparisce tutta pervasa e rivivificata dallo spirito che governa la mente e l'anima dell'Alighieri.
   Ma da Dante a Giovanni Boccaccio questo spirito declinò. L'Italia percorse rapidissimamente la curva della sua precoce civiltà; scomparvero mano mano gli scopi e gli stimoli del Medio Evo, e lo sviluppo del nuovo pensiero italiano fu arrestato. Intanto l'antichità classica cominciava a presentarsi in tutta la grandezza e venustà delle sue forme, e il pensiero italiano visse e s'obbliò in quelle solenni memorie.
   Le opinioni nate dallo studio e dall'amore degli antichi, cancellarono dalla mente le reminiscenze del Medio Evo. Nell'ordine politico si vagheggiò la restaurazione di Roma e dell'Italia antica, nell'ordine morale si predilessero e si onorarono le virtù antiche; la sapienza di quell'età remota parve cosa nuova e ben più profonda della scolastica; quella poesia e quella lingua furono per gli Italiani un miracolo di bellezza.
   Ogni Italiano partecipò le opinioni e le speranze di Cola da Rienzo e del Petrarca; fu un'entusiastica adorazione, per cui lo spirito dell'antichità pagana si trasfuse nell'anima dei dotti italiani, e aggiunse nuove forze alle 'tendenze che già vi predominavano. Lo sviluppo spontaneo della poesia italiana cessò, si accettarono le idee e le forme degli antichi, e per lungo tempo la letteratura nostra non fu che imitazione della latina: il pensiero antico aveva soverchiato la ragione moderna.
   Nei paragrafi precedenti noi ci siamo studiati di far notare le trasformazioni seguite nella vita religiosa, politica ed intellettuale dell'Italia sullo scorcio del secolo quattordicesimo; nella poesia esse riappariscono in quanto hanno di più intimo e sostanziale.
   In fondo a tutte le divergenze e contraddizioni di che è pieno questo periodo, rimane questo, che lo spirito umano prendeva allora una direzione profondamente diversa da quella del Medio Evo; è una crisi da cui sta per sorgere ritemprato dal cristianesimo il mondo umano della scienza e dell'arte.
   Nei capitolo seguente assisteremo all'alba del risorgimento.