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Storia Letteraria d'Italia
Il Risorgimento
Giosia Invernizzi
Francesco Vallardi Milano, 1878, pagine 368

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO SECONDO
   L' ERUDIZIONE
   (1400-1404)
   . . . . mentre (gl'italiani) parevano cercare un mondo di morti, trovarono un inondo nuovo nella religione , nella scienza, nell'arte : parevano fare opera vana perchè lavoravano sotterra, ma essi qui gettavano le fondamenta del nuovo edilìzio, che è la civiltà nuova.
   L. SETTEMBRI?*!.
   § 1. — La vita italiana nella prima metà del secolo XV.
   Il Pontefice Alessandro V, l'eletto dal Concilio di Pisa, onde metter fine allo scisma che travagliava la Chiesa, promise la riunione di un concilio generale entro tre anni. Egli però morì dopo soli dieci mesi di pontificato ; e quello di Costanza fu aperto da Giovanni XXIII suo successore. — Il papa, l'imperatore, gli ambasciatori dei re, dei principi e delle repubbliche d'Europa, i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, gli abati della Chiesa cattolica, i dottori dell'Università di Parigi, quanti mai uomini più autorevoli c' erano in Europa, si trovarono raccolti in Costanza ; i fora-stieri accorsivi si calcolarono a più di 150,000. L'aspettazione della cristianità era grande. Il Concilio doveva occuparsi di queste tre cose : la cessazione dello scisma, la riforma ecclesiastica e l'estirpazione dell'eresia.
   Noi non dobbiamo raccontare le vicende di quella celebre assemblea della Chiesa cattolica: tutti sanno com'essa abbia proveduto agli eretici. Giovanni Huss e Girolamo da Praga, i seguaci alemanni dell'inglese Wicliffe, trasferitisi a Costanza per difendervi la loro dottrina, furono mandati al rogo l'uno dopo l'altro; e le ossa di Wecliffe, già morto fin dal 1387, dissotterrate per ordine del Concilio, furono gettate sopra un letamaio. — Quanto alla cessazione dello scisma, i padri di Costanza, proclamata la superiorità del Concilio sul Pontefice, invitarono Giovanni XXIII ad abdicare. Il papa allora fuggì da Costanza, e si rifugiò presso Federico duca d'Austria ; ma poco dopo, per le preghiere e le minacce dell' imperatore Sigismondo, fu riconsegnato al Concilio, che lo depose insieme agli altri due antipapi suoi competitori. — Restava la riforma ecclesiastica. Il Concilio voleva provedervi prima di procedere all' elezione di un nuovo pontefice ; i rappresentanti delle chiese di Francia, d'Inghilterra e di Germania si misero all'opera con molto zelo, e prepararono le riforme volute. Ma i cardinali italiani e tutti gli altri sostenitori della potenza papale, seppero così bene destreggiarsi, e trar profitto dalie inimicizie tra inglesi e francesi (duravano tuttora le lotte nazionali fra l'Inghilterra e la Francia), che riuscirono a far eleggere un nuovo pontefice, prima che le riforme proposte fossero sancite. Martino V, appena eletto, evitò con gran cura ogni essen-