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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   a inteoduzionfi.
   ! J 1 „ An> rWumi- cosiceli è la monarchia era spesso più liberale gore per la dolcezza de costumi, cosicene id. j J5 ta paragonare
   della Repubblica, e la teocrazia più tollerante^ del a de^iazia , p ^
   gli ultimi tempi della Repubblica di Venezia coi goverm cigNjp »
   il Consiglio dei Dieci con Tanucci e con Firnuan Avvernva c ^c! ^ 4
   l'amore della libertà si facesse sentire anche tra n    animi quell'odio profondo contro il potere che ^ «le F^ ,
   poi nella Francia. Si aggiunga che ogni Stato d [tali avendo.
   Fa nazione mancava d' una capitale che raccogl es e 11 ùord Jg ^
   come fanno Londra e Parigi. Le o l Lolose e pazze rendite; quindi non poteano, come quella di Fra™,a i*taire ,, » inprodigalità gli ^-d^poplole^B ,eno grandi che al-vettiva del demagogo. Tra no le virtù coma J Wfo rassegna-
   SS'Jtt
   ai «.iti e pars,-
   m°'ÌN„»et'i diffondo di più in questa materia, peretó meglio ne parlarono gli
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   mavano il pregio dei più rinomati scrittori dell epoca.
   Letteratura francese.
   Rcn altrimenti passavano le cose in Francia. Nel secolo antecedente essa con ropa l'amore della sua lingua, cogli scrii™ vecc£ie istituzioni di Eu-
   IK^ e^ SSri a demolir, le stesse più venerabili dottnne e credei* >a -Ci: WASST&S ' Voltaire, Buff n,
   L^SaX^n^ f ^oS§ie .«e à «jJ
   i» TTnmna di facessero prima conoscere come scntton ìe^ui ° '' J
   società dispensila di^a autore dello Spirito delle Leggi cominciava la sua car i^ J1M » ,
   non sempre vereconde Lettere Persiane. Accarezzando fnvo ijjn e o
   si fecero signori della pubblica. opinione; cosicché quajo I
   il romanzo, si poser, a sentenziare di religione o d politica ±™ ascoltati, come autori già conosciuti ed amati. Lepragi avi quelt,, * J di commercio, di finanza, di agricoltura, di economia, di poilitica non ano 'dai Li della rettorica; i moti, i frizzi^ epigrammatici della più astratta metafisica e della più ponderosa
   1757') fu primo in Europa a rendere popolari le scienze matematicne
   'eli? sua V Storia hi'Accademia, rendendo conto di tanti pn,, ^ H
   soci, ebbe occasione di parlare di tutte le — ^ il Ae felco,Jf« , V