j,3 introduzione.
agli altri: si formarono due eampi, nel primo de'quali Vittor Hugo, e Lamartine propugnavano le più libere teorie; nell'altro Casimiro Delavigne é Béraneer si attenevano più alle vecchie tradizioni del paese. Nel 1820, la Franeia salutò nel' autore Ielle Meditazioni e dell 'Armonie un grande poeta ehe sentiva l'infinito nella natura e lo esprimeva con malnifieenza , quantunque un po'vaporosa di torme. V ittor Hugo, che quattro anni dopo avea pubblicate le Odi e Ballate nei 1S27, raceoglieva intorno a se una scelta d'amici, che si disse il Cenacolo'-ed usci colla famosa prefazione del Cromiceli, in eui sostenendo ehe l'essere e la bellezza sono una cosa, c che il brutto è parte dell'essere, insegnava ehe il brutto deve entrare nei lavori dell'arte, non tanto come un'ombra per maggiore rilievo del bello, ma come parte essenziale e constitutiva dell'arte medesima. Ne'poemi ii/iei i Orientali, le Foglie d'autunno, i Canti del Crepuscolo, per quel fino senso di artista, che in pieeolo componimento non ammette immagine aleuna che offenda egli si tenne ben lontano dall'attuare la sua teoria; ma ne'drammi e ne'romanzi la diede per mezzo alle più strane, mostruose c ributtanti fantasie che mai tormentassero un cervello malato. Tutto questo, s'intende, mescolato a sprazzi d insuperati splendore c ad una eara vena di affetto, che fanno più dolorosi i traviamenti dell' alto suo ingegno. Corre sulle traeee di lui Alfredo di Vifmy T Plu castigato e lindo; Alfredo de Mussct è della medesima seuola, ma con più dose di umore e di spirito volteriano, quantunque aecusi Voltaire di tutti i mah che travagliavano il secolo. Nel eampo opposto, più strettamente nazionale stanco in prima fila Casimiro Delavigne, che nelle Messeniane ha l'abito di un veeelno elassico, del quale non si spoglia nelle stesse tragedie di sog 'etto moderno • e liei-anger, il più francese di tutti i poeti della sua nazione, ehe per la squisita sobrietà della forma pare un contemporaneo di Anacreonte c di Orazio anche in eerta licenza non perdonata agli stessi pagani. L' eminente prosatore di questa semola fu Paolo-Luigi Courier, che in periodi torniti colla pazienza d'Isoerat^ ima e tutto il sale di Luciano e di Voltaire; il Discorso per l'acquisto di Cham-bord e fina, quanto sanguinosa ironia, che ha potuto eompromettere un trono La prosa del Lamennais tiene della poesia di Lamartine e di Hugo, splendida ampia romorosa; ma la novità letteraria non lo assolve dal biasimo delle novità da lui promosse in politiea ed in religione.
In du< coltri principali si raccoglievano intanto i luminari dell'ingegno francese. Il Globo, giornale di opposizione al governo borbonico, vide nelle sue colonne articoli di filosofia di Damiron e di Jouffroy; di eeonomia politiea di Duciate], di belle arti di Vitet; Magnin vi trattava con acutissima critica le questioni 1 etterane ; Putin, poscia sì chiaro pe'suoi studi sui tragici greci, ridestava nei pubblico il culto dell antiehita ; e Remusat, Barante, Nodier, Villemain Guizot non laseiav.ino intentato eampo alcuno della storia e della politiea. Pietro'Duboy fondatore del giornale, si era riservata la rivista de' teatri. Attingendo norme ed esempi da Shakspeare, già tradotto da Letourneur, ed allora rifatto da Guizot flagellava la tragedia de'tempi imperiali; e nelle veeehie cronache del paese additiva .oggetti reali più poetici mille volte degli immaginari di Atene e di Roma Dal tondo ^ della Germania Goethe applaudiva agli scrittori del Globo, da lui chiamato il miglior giornale del secolo.
Altro e entro era nella Sorbona. Tre eattedre videro per più anni tutto il fiore di larigi ed illustri stranieri accorrere in folla alle lezioni di Cousin, Villemain e (?ui??t; coli'aurea perspicuità del suo stile rischiarava le nebbiose
profondità di Kant, di Fichte e di Hegel, e col suo studio Sul fondamento delle idee assolute del vero, del buono e del bello, giovava potentemente alle nuove teorie su 1 arte, della quale seeondo lui era uffieio destare il sentimento dell'infinito. _ Villemain ragionava di tutte le moderne letterature; ed alla gloria di sagacissimo crit.eo univa il vanto di dicitore perfetto. Guizot non avea lo splendore della paro,a eome i suoi colleghi, e forse nella sua puritana austerità lo sdegnava-
Zanella. ?
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