INTliODUZIONE.
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Più dotto di Goldsmitli, eon più profonda vena poetiea e più fino magistero di stile, fu Tommaso Gray, di cui 1' Elegia in un Cimitero camjjestre si considera come la gemma della poesia inglese. Artista perfetto non dubitò per amore di simmetria togliere da quel componimento una strofa, che Byron giudicava impareggiabile in sò nè dissonante dalle altre. Il suo Bardo peeca di oscurità pegli stessi Inglesi, ma nessuna ode moderna ha tanto della grande aura di Pindaro e de Profeti. Gray viaggiò l'Italia; e le lettere che ne scrisse, sono d'una semplicità non attesa da tale cesellatore di strofe. La virile parsimonia del Gray si desidera troppo spesso nelle Stagioni di Thomson, leggendo le quali mi sembra di entrare in una di quelle selve del Tropico , ove gli alberi giganteschi lasciano cadere dai rami immensi festoni di liane e di orchidee, che intralciano e ritardano il passo. Quanto lontane queste Stagioni dalla sobrietà delle Georgiche, paragonabili ai boschi del Settentrione, che coi loro diritti filari di abeti non nascondono la veduta del cielo! V'ha in Thomson una esuberanza d'immagini, che se non fosse il sentimento della Divinità e l'amore della patria che le riscaldano, stancherebbero ogni più paziente lettore. Ma lo stile di Thomson sgorga naturale: venuto a Londra dalle montagne di Scozia, puro come la neve che calcò da fanciullo, il poeta dal romore e dal fumo della capitale torna con desiderio alle primavere e agli autunni de' suoi monti. Non e tale la poesia di Young, che nelle Notti ha condotto sulla tomba d'un figlio e di una carissima sposa una vera danza macabra di spettri e di sogni da far dubitare se il suo fosse un vero dolore. Curai leves loquuntur, ingentes sileni ; ma quando Young in ducento versi mi ripete che noi non siamo che polvere ed ombra; quando invita la notte a frenare i suoi neri cavalli, e dal cocchio d'ebano ascoltare i prolungati suoi treni, darei tutto il suo libro per l'unico sonetto del Manara o per la Silvia del Leopardi. Young piacque al secolo tormentato dal dubbio e dai terrori della tomba: Foscolo vi attinse la melanconia dell' Ortis e dei Sepolcri ; l'età nostra più affacendata e più incredula non lo legge. E parimenti poco letto è l'Ossian, i cui poemi lo scozzese Macpherson disse di avere raccolti nelle montagne della sua patria e tradotti dall'antica lingua gaelica o ersa. Fortunata finzione che indusse l'infelice Chatter-ton a pubblicare i suoi versi come di Tommaso Rowley monaeo del cinquecento. L'inganno di Ohatterton fu tosto scoperto, ma le dispute sull'Ossian, non ostante l'autorità di Jonhson, che a porvi fine fece il giro della Scozia e dell'Ebridi, durarono più a lungo, perchè alla menzogna era mescolata qualche parte di vero.
Non dubbiosa gloria di Scozia è Roberto Burns (1759-1796) di cui tanta è l'altezza poetica, ehe dire come i suoi canti uscissero da una mente allevata fra le mandrie e gli aratri, nulla accresee della nostra meraviglia. Poche letture bastarono a Burns perchè la fiamma celeste lo levasse da terra : canta la sua patria e l'amore come non fu mai cantato dopo Saffo ed Aleeo; è tutto lampi e ealore; e eome i fiori selvatici semplice e perfetto in ogni parte. Tommaso Carlyle nelle sue Letture sopra gli eroi colloca Burns nel bel numero per l intensità di sentimento e vigoria di pensiero da lui spiegati in ogni argomento sia comico o grave, sia di religione o di politiea. Ha seritto nel nativo dialetto; qualche volta vi mesce l'inglese, come nella Notte del sabbato del contadino; il che dona alla sua poesia quella freschezza, che il dialetto eolico e dorieo danno agl'idili di Teocrito. Manca questa freschezza negli Amori delle Piante di Erasmo Darwin, botanico e medico. Que'nsuoi versi sono così limati e puliti, da, parere gingilli di vetro colorato: belle figurine, ma senza ealore di vita. Quegli stami inoltre simboleggiati in altrettanti sposi, e quelle ninfe figurate nel pistillo sono fantasie ben lontane dagli amori della rosa e dell'usignuolo nelle poesie turche.
Nelle finzioni di prosa in questo seeolo l'Inghilterra ebbe il primato. Do t )o avea creato il raeeonto di avventure senza molta briga cirea a' caratteri; nò Robinson nè Venerdì rispondono ad una di quelle idee ehe determinano le