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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   j,3 introduzione.
   azioni e le opinioni di un uomo, alle quali l'artista dà movimento e parola nel romanzo. Samuele Richardson (1689-1761), elevatosi da compositore tipografo alla o-loria di originale scrittore diede in luce nel 1740 Pamela, pruno saggio di una letteratura che oggi signoreggia in Europa. Richardson senza conoscenza c elle lingue antiche e senza molta esperienza del mondo, trasse da una lunga meditazione quelle pitture dalla vita reale, che feeero di Pamela, di Clarissa, di Lovc-lace, di sir Carlo Grandison e di Clementina i grati compagni nelle ore Hi ozio ai nostri bisavoli. Enrico Fielding (1707-1754), nel descrivere la , ta del basso popolo è ancora senza pari. Emulo di Richardson, come lo supera nella coltura letteraria, così gli cede nella verità dei caratteri, senza dire che Richardson non perde mai di vista il fine morale. Questi per le sue lungaggini può annoiare un moderno lettore; Fielding piace ancora per certa lepidezza umoristica condita di
   molto sale satirico» •
   Questa bizzarra mistura di spiritoso e d'ingenuo, di gaio e di melanconico , di brusco e di amabile, di leggero e di profondo che gì Inglesi chiamano humour, ha reso immortale il nome di Lorenzo Sterne, (171d-l/b8) i autore di Tristam Shandy e del Viaggio Sentimentale. L'umore è diverso dallo spirito, (uso-questo termine nel senso de' Francesi) il quale coglie il nesso di due idee apparentemente dissimili, nesso più verbale che reale, e colla novità della osservazione colpisce i lettori. Il Berni è maestro in questo genere. L umore invece non si arresta alle esterne e famigliari apparenze delle cose; passa sotto la corteccia, e sorprendendo ciò che v'ha di bizzarro e di strano nella umana natura desta ne' lettori il sentimento del ridicolo meseolato pur sempre a qualche grato di compassione. L'umore si distingue dalla satira, perchè questa si propone un
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   tale più di tristezza; ma nè Shakspeare nè Cervantes fusero insieme questi due elementi con quella perfezione, con cui Sterne ha delineati ì caratteri del zio io-bia, del fratello Shandy, di Trim, di Yorick e di Obadia.
   Anehe nella storia la palma è dell'Inghilterra. Voltaire nel suo Saggio sui costimi e lo spirito delle nazioni avea dato 1' esempio di una storia filosofiea, che accanto agli avvenimenti politici studia il progresso della civiltà nelle usanze, nelle arti, nelle idee di un popolo; ma per l'odio immortale che portava al Cristianesimo, disconobbe il valore di certe epoche, che doveano alla Chiesa il loro splendore, come sono i tempi di mezzo. — David Hume (171 ili,J) vissuto qualche tempo in Franeia, amico di Rousseau, ed imbevuto di tutte le dottrine del tempo, portò nella sua Storia d'Inghilterra lo scetticismo che era la sua insegna in filosofia. Si piacque di una virile eleganza nella forma; ma trascuro la ricerca de' doeumenti: rifece con classica pompa le rozze arringhe del Parlamento; e per mostrarsi uomo di spirito additò nelle piccole cause l'origine de grandi fatti politici. Più giusto, più sereno ed equabile nelle sue Storie di Scozia, di Carlo V, e di America è Guglielmo Roberston (1721-1793). Se gli archivi di Siviglia di Simancas e di Venezia fossero al suo tempo stati aecessibili, Roberston non li avrebbe negletti, come avrebbe fatto Hume, al quale in Parigi essendosi data occasione di consultare trenta volumi manoscritti di memorie di Giacomo II, e degli ambasciatori francesi alla Corte di Londra, confessa che i divertimenti di Parigi non g.,ene lasciarono il tempo. Come raccoglitore di documenti, e come ordinatore di tatti Edoardo Gibbon (1737-1704) sta loro sopra; la cui Storia della decadenza e ritma dell'Impero Romano è lavoro di tale grandezza che ha pari nel solo Tito Livio. Ma dove l'eloquenza del latino scrittore sa configurarsi alla natura del soggetto, in Gibbon v'ha un'affettata magniloquenza e un'enfasi artificiosa, che scema tede alla veracità dell'autore. E questa è piccola colpa in confronto della disapprovazione o del silenzio, con cui guarda a' più bei tempi del Cristianesimo, a coi studia di