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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   INTliODUZIONE. 17
   attribuire la ruma dell'Impero, che si sfasciava per sua propria corruzione. Noc-que ad Hume e Gibbon l'esempio della Francia, ove un libro senza tintura d'empietà non era accetto agli eleganti convegni, che regolavano il corso della pubblica opinione. Ed Hume e Gibbon ebbero più ammiratori di qua che di là dello stretto, perchè la vecchia Inghilterra, tenacissima come delle sue leggi così delle credenze, non si lasciava sedurre dalle nuove dottrine.
   Implaeabil nemico della Rivoluzione francese, mantenitore degli ordini antichi flKf:, ?, Parl»™entare eloquenza a' suoi giorni fu Edmondo Biirke (1730' Fi!! lltfS1^0 Degl'Inglesi dopo Jonhson c prima di Pitt. Ebbe alcuni anni comune con . itt 1 odio alle novità della Francia; ma l'odio in Biirke nasceva da cause inorai c politiche, m Pitt dalle sole politiche. Giovane avea scritto il famoso Saggio sulle idee del Sublime e del Bello ; quindi l'eloquenza di lui, come quella di Cicerone, sente un po del rettonco ; Carlo Fox più veemente e tutto logica e cifre come Demostene parve pm adatto alla tribuna moderna. Ma chi legge gli scritti di Biirke o sulla rivoluzione di Francia, o sulle colonie di America, o sulle condizioni dell'India, o la più splendida delle sue arringhe contro l'amministrazione di Lord Hasting, dovrà confessare ehc m nessuno antico o moderno tanta profondità di senno politico è congiunta a tanto fuoco d'immaginazione e di affetto. I diseorsi di Pitt, Fox, She-ridan.restano come monumenti delle lotte del loro tempo; Biirke è letto al dì d -.ggi pm che non era a' suoi giorni, quando il fumo delle passioni politiche velava facilmente il giudizio. Biirke era fermo nella idea che il governo di una nazione non si muta per subitaneo cangiamento inteso e voluto da pochi; ehe la forma del governo deve naseere gradualmente dagli abiti e dai sentimenti del popolo, come la pianta che viene crescendo lentamente dalle radici. L'idea d'una costituzione; foggiata ad impeti ed a balzi gli dava l'immagine di un corpo umano, che avesse le sue funzioni con non altra testa che una di carta sopra le spalle da levarsi e porsi a talento. Credeva vana non solo, ma perniciosa ogni ricerea filosofa intorno ai primi principi del diritto; e si sgomentava al pensiero, che l'umana ragione pigliasse tanta baldanza da presumere di governare i popoli colle sole sue idee. Una mante, diceva, che non sia frenata dal senso della propria debolezza, ne dalla coscienza del posto subordinato che tiene nella creazione, nè dalla vista dei danni che nascono dall' allentare le redini della immaginazione intorno a c^rti soggetti, questa mente può insorgere contro quanto v'ha di piò, augusto e venerabile al mondo; ed usando lo stesso metodo che alcuni seguirono contro la regione rivelata, può collo stesso buon colore e successo assalire l'Onnipotente, e no strare che la sua vantata sapienza nella creazione non è che una follia. Questa iu 1 eloquenza che chiuse l'Inghilterra alle teorie di Montesquieu e di Rousseau; e dispose la nazione a dar l'ultima ghinea nelle guerre contro la Francia Uuldsnuth m uno seherzo poetico facendo il ritratto de' suoi amici, fra le altre cuoc dice di Burke: ha dato a un partito ciò che apparteneva a tutto il mondo. A >n ha dato al partito che quanto l'onestà consentiva; quando gli parve che un devere più alto clic d'esser fedele all'antiea bandiera, giudicasse altra via, non dubito di staccarsi da' suoi amici; e nei fasti del Parlamento è memorabile la notte in - ni si sciolse per sempre dall'amicizia di Fox che applaudiva alla Rivoluzione francese. E vero mveee che ha lavorate per tutto il genere umano; e piaeesse al ciclo che i nostri uomini di Stato attingessero da' suoi seritti quella sapienza pra-. ica eh e 1 unica necessaria al buon governo di una nazione.
   / -> r-oo i^Qnf'in,e°no di BUrke nella scienza di Stato fu quello di Adamo Smith V. (t\uJ *}ella economia politiea. Per la sua Teoria de' sentimenti morali Smith tra ! pm chiari filosofi di quella scuola scozzese, che i dettami del senso comune oppone ali idealismo di Berkeley ed allo scetticismo di Hume. In questo lavoro nondimeno si aecosta ad Hume, con fare della simpatia la sorgente dei sentimenti c giudizi morali. Ma nell'altra sua opera la Ricchezza delle Nazioni ym-cognendo m ordinato sistema le poche ricerche già fatte in quella materia, fondò Zanella. ,-,