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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   intlioduzione.
   23
   Alcuno disse che dopo Saffo niuna donna pareggiò in forza poetica Elisabetta Barrct Browning, nata in Firenze di madre italiana. Trovo nella sua Aurora Leigh un misto capriccioso di tenerezza e d'ironia, un frequente abbandono dell'argomento per un giuochetto di linguaio di stile, con una smania costante di sfoggiare tutta la vivacità dello spirito. E il vero poema di una donna; ma l'arte non ha per sole sacerdotesse le Grazie. In qualche sua lirica c più castigata; nelle ode, II sepolcro d' un fanciullo a Firenze sono molte strofe d'impareggiabile bellezza, che spiccherebbero ancora più se avessero meno compagne. Per oraziana sobrietà d'espressione invece è singolare fra i moderni Tommaso Hood, le cui quattro strofette II letto di morte sono nella memoria di tutti. Arturo Cloug sarebbe, ammirato anche fuori del cerchio de' suoi amici, se si fosse appagato di togliere da Lucrezio lo stile vigoroso, non la desolante filosofia; e Carlo Swinburne non avrà mai vera gloria, perchè il suo alloro è contaminato dal fango. Appartiene alla scuola di quegli ambiziosi impotenti, che colla scelta d'indegni soggetti, col rubicondo turgore dello stile c colla violazione delle leggi del metro aspirano alla originalità, quando invece palesano la limitazione del loro spirito. Nel Laus Veneris, \iq\Y Atalanta, nell'Itilo, nell'Ermafrodito, nella Faustina certi tocchi magistrali non compensano il tormento dell'offeso pudore; e l'Inno a Pro-serpina, chc rimpiange la sostituzione del Cristo al Giove di Fidia, è l'insulto rettorico di stizzito menestrello che maledice le origini e le cause dell' incivilimento moderno.
   Ma di tutti i poeti il più letto ora in Inghilterra è l'americano Enrico Long-rellow, di cui l'eccellenza consiste nel ritrarre con fortissime tinte la natura esteriore, e nel dar forma sensibile agli stessi più astratti concetti. Qualche volta incespica in questo punto, com' è nel Salmo della vita, che non ostante qualche viva immagine non è che un sermoncino morale; come è lo stesso Excelsior, più bello che sublime, perchè tronco nell' esito. Ma quando tocca delle foreste della sua America, screziate in autunno dal rosso fogliame del frassino e dal dorato dell'acero ; quando ci parla dell'Atlantico, delle sue collere c delle tavole del naufragio sul focolare dei pescatori; quando ci fa udire il muggito dell'Euroclidone che soffia dal Labrador, è grande e maestoso, come le fiumane de' suoi paesi. La Leggenda aurea, se come dramma è manchevole, come serie di bellissime liriche gareggia col Fausto di Goethe; e Y Evangelina con tinte più meste ha il candore deìY Ermanno e Dorotea. Il Longfellow viaggiò tutta l'Europa; donde riportò volgarizzate da lui molte poesie. Tradusse tutta la Divina Commedia parola' per paroLa, ma l'indole diversa delle due lingue, e l'uso di voci antiquate e forestiere resero quel lavoro poco accetto e agli Inglesi e agli Italiani. La vita primitiva delle Felli rosse è dipinta nel poema Hiaioatha; giovane eroe, ardito, gentile, sapiente, amico degli uomini, conoscitore del linguaggio delle bestie e degli uccelli, cacciatore, artigiano, legislatore e sacerdote, ma nello stesso tempo mortale, soggetto a tutti i mali comuni, e costretto a scomparire dalla scena, quando egli stesso avrà salutato 1' avvenimento della civiltà cristiana nel nuovo Mondo. Longfellow è poeta religiosissimo;- quindi dopo la Bibbia è la lettura più cara alla razza anglo-sassone, tenace più che le altre delle antiche credenze.
   Nella prosa gl'Inglesi sono i primi di tutti i moderni e appena inferiori ai rrcci e Latini. Veramente in Bacone ed in Milton certa magniloquenza qualche volta affatica il lettore ; in Milton poi abbondano i latinismi, come più tardi i gallicismi in Roberston , in Hume e Gibbon; ma la grandezza delle materie trattate, la severità dell'indagine, i lampi frequenti d'una immaginazione poetica impressero fino da que' tempi alla prosa inglese un non so che di nervoso, serrato e persuasivo che non hanno i prosatori delle altre nazioni. Parlo in generale, perchè Machiavelli, Galileo, Pascal e Bossuet non temono competitori. La vera prosa quale ora piace agl'Inglesi, comincia da Hobbes, di cui si possono rigettare le opinioni, ma non negare che lo stile sia di una forza e prc-