INTliODUZIONE. 27
mente creatrice come fu quella di Dante, quando Goethe non fu che l'opera della critica di Lessing e della poesia degl'Inglesi.
Anche nella propria lingua Goethe ebbe gloriosi modelli. Federico Klopstoclc (1724-1803) nello stesso anno della pace d'Aquisgrana cominciò la pubblicazione dei Canti della Messiade, che si seguirono fino al 1773. Può dirsi un tessuto di meditazioni e d'idilli più che poema epico; negli stessi passi più sublimi ha un non so clic di femminile dolcezza che diletta, ma sazia. Più robusto è nelle odi, infiammato dal sentimento della gran patria tedesca, le quali sarebbero oggi più lette, se non si fosse incatenato nei metri d'Orazio repugnanti all'armonia del periodo tedesco. A Klopstock peraltro si dee perdonare la prova, perchè le norme del metro tedesco non erano ancora ben fìsse; ma chi per l'esametro e l'alcaico latino lascia i metri trovati idonei a canti immortali, non so se pecchi più d'ignoranza o di leggerezza. Più che il cantore della Messiade era caro a Goethe Cristoforo V ieland (1733-1813) per l'intimo accordo delle loro nature più che per conformità di letterarie opinioni. Wieland fu l'ultimo degli scrittori tedeschi che pigliarono a loro esemplare i francesi; ma la sua facile filosofia consigliatricc d'imperturbabil quiete e d'un temperato godimento de' sensi regolò la vita del cantore delle Elegie Romane e del Divano. Wieland involontariamente ebbe la gloria di bandire dalle sale aristocratiche i libri francesi con sostituirvi i suoi romanzi dettati in elegante tedesco, Agatone, Musarion, Aristippo. Conosceva la Grecia poco più di quanto gliene aveano appreso Luciano ed Orazio, suoi autori prediletti. Nell'Oberone ha la facilità di Ariosto ; il grottesco di Shakspeare nel Sogno di una notte di estate. Dopo l'Oberone furono in onore le leggende cavalleresche. Del rimanente se Wieland per ingegno e studi fu il meno tedesco dei tedeschi del suo tempo, per questo fu più .gustato in Europa, a cui rivelò l'esistenza di una lingua copiosa, varia, flessibile, onnipotente come la greca. Vero figlio di Arminio e creatore più che riformatore della letteratura tedesca fu Efraimo Lessing (17291781). Quando Voltaire celiando raccomandava ai Tedeschi di avere meno consonanti e più spirito, Lessing gli rimandava lo scherno, ed assalendo vittoriosamente la Merope e la Zaira, motteggiava con garbo il principe de' motteggiatori. Mostrò come il teatro francese cogli eterni suoi dialoghi, colle sue svenevolezze amorose e colla falsità de'caratteri non corrispondesse alle leggi del cuore umano, ed additò il dramma di Shakspearc come più vero e più confacentc all'indole della nazione tedesca. Quantunque si riconoscesse minor poeta che critico, volle animare gli altri coll'esempio, e nella Minna di Barnhelm, nell'Emilia Galotti, e nel Natìuin il Saggio insegnò come si dovessero imitare gl'Inglesi. La Germania si avvide della possibilità di un teatro nazionale; la città di Amburgo invitò Lessing a dirigere il suo ; e la Drammaturgia d'Amburgo, frutto immortale de' suoi studi e dell'esperienza, fu la nuova Poetica del teatro. Goethe e Schiller non ebbero che a calzarsi il coturno e mettersi in via. Nell'ultimo tempo della vita dissipò la poderosa sua mente e 1 immensa erudizione in questioni teologiche, che gli sollevarono contro tutta la religiosa Germania ; dell'irritazione eh' ebbe a provarne appaiono segni manifesti ne' suoi scritti di questo tempo, specialmente in Nathan il Saggio.
Meno audacia nelle opinioni, ma pari vigore e vastità d'intelletto ebbe Gian Goffredo Herder (1744-1803) che non solo insorse contro il gusto francese, ma ruppe guerra a tutte le tradizioni dell'arte, e gridò vera la sola poesia che priva d'ogni regola esce dalla bocca del popolo. Lessing avea proposti i poeti greci come tipo della bellezza. Herder dei greci non ammette che Omero; e giovandosi delle curiose ricerche di Hamann sulla Bibbia, addita nell'Oriente e nella infanzia del genere umano la culla del Bello poetico. Nelle sue Voci dei popoli raccolse tutti i canti da lui creduti spontanei, che allegrarono le guerre o gli ozii delle nazioni; e nelle Foglie di palma i miti greci trasformati in parabole, e le romanze spagnuole del Cid da lui magistralmente tradotte. Dai canti e dalle leggende dei popoli, Herder ascese alle oiùgini della loro storia e scrisse le Idee sulla filosofia della Storia