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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   j,3 INTRODUZIONE.
   della umanità, suo capolavoro, in cui da una vasta congerie di tradizioni deriva con arditissime ipotesi scienze, arti e governi. Fine della umanità per lui non è che la umanità stessa: l'elemento umano trionfa sopra il cristiano. Herder fu il principale promotore di quella religione poetica, che pone la morale prima del dogma : religione che prese radici più che altrove in Germania per la libertà che vi godono i culti diversi, e per la mancanza di una capitale unica, in cui la religione della corte si mostrasse come religione dello Stato. L'opera di Herder scritta con biblica magnificenza di stile levò immenso romore; ora l'Oriente che rifletteva i suoi splendori nelle boscaglie dell'Hartz e della Ercinia. La fantasia di Goethe ne fu colorata; ed il suo ingegno assimilatore potente ebbe un nuovo elemento di fecondità e di grandezza.
   Ammaestramenti più severi e più alti ebbe da Emmanuele Kant (1724-1804). Nella 'Critica del Giudizio seguendo la sua famosa distinzione fra l'oggetto e il soggetto, afferma che la qualità estetica di una cosa è soggettiva, cioè che risiede nel legame che ha la cosa col soggetto. Così quando diciamo, che una cosa è bella, noi non diciamo che sia tale realmente, ma eh' essa ci apparisce sotto la forma della bellezza in virtù delle leggi del soggetto, eh'è il nostro spirito. Oggettivamente., cioè considerata in sè stessa, la cosa può fornire materia all'intelligenza; ma non conviene confondere il giudizio dell'intelligenza col giudizio estetico, eh' ò un sentimento. Ambedue questi giudizii partono dal soggetto ; ma dove il primo dona alla cosa un valore logico, la giudica in sè stessa e la conosce ; il secondo giudica la impressione che ci viene da essa senza complicazione alcuna di conoscenza, o si manifesta in un sentimento di piacere o di dispiacere. Questa bella dottrina francheggia l'arte dalle teorie fondate sui sensi; la rende alla sua dignità, cioè al sentimento della sua libera natura, che non riconosce altre leggi che le impresse da Dio nello spirito. Il gusto, eh' è la facoltà di giudicare il Bello, è prima del sentimento piacevole che dal Bello stesso deriva; quindi il Bello entra nelle regioni dell'assoluto, e non è più soggetto a' capricci della sensazione. 11 gusto non conosce il Bello, ma lo sente ; e quindi è vano cercare un criterio universale del Bello in concetti determinati e precisi. In questo modo è trónca la questione delle regole estetiche, o piuttosto viene rèsa all'ingegno la libertà di creare in vastissimi spazii colla condizione però che il senso intimo approvi. Non trovo che Kant abbia detto come questo senso si educhi a disccrnere il Bello; nè so se l'eliminazione di tutti i precetti della rettorica giovi in ogni caso ai progressi dell'arte. La buona rettorica non è che l'applicazione de' razionali principii all'arte della parola, nè questi principii si possono violare o di&eonoscere senza offesa della stessa ragione. Ma comunque ciò sia la piena xibcrtà concessa da Kant agi' ingegni partorì l'intellettuale rivoluzione, che comincia da Goethe e da Schiller, nella quale la noncuranza delle antiche regole fu proficua agli ingegni massimi, dannosa ai mediocri.
   I Tedeschi salutano quei pochi anni col nome di Sturm and Drang-peri ode, periodo dell'assalto e della irruzione. Spezzare per sempre il giogo della letteratura francese, e gettarsi nei campi della natura e della libera immaginazione, non avendo che a guida l'unico Shakspeare, fu l'ardito pensiero dei giovani novatori. Era l'anno 1771, e Goethe di 22 anni laureato in diritto tornava da Strasburgo a Francfort con altre idee in capo, che Giustiniano ed Ilcmeccio. Vi germogliava Fausto, Goetz di Berlichingen v'era in parte fiorito. Necessità di distrars dal dolore di una separazione amorosa, lo attaccò al Cavaliere della mano di ferro, ed in una serie di mirabili scene, di cui lo scarso legame coopera all'effetto del dramma, dipinse l'anarchia morale e politica di una età, che vedea sfasciarsi il feudale sistema, come il poeta già presentiva lo sciogliersi dell mpero germanico. La vita è triste, l'arte serena; e dall'arte nella tempesta della vita egli riebbe sempre la sua olimpica calma. Nel 1774, comparve il più perfetto de'suoi lavori, I dolori del giovane Werther ; c l'Europa salutò nell'autore l'interprete più prò-
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