j,3 INTRODUZIONE.
diverso cammino. Goethe malediva alla Rivoluzione francese, Schiller la salutava come aurora di secoli avventurosi; Goethe era il poeta delle corti, Schiller della gioventù; Goethe aveva a maestro della vita Spinosa, Schiller colui, che godea contemplare il cielo stellato sul suo capo e la legge morale nel fondo del: suo cuore. Ora come avvenne, che tolte l'ineguaglianze e cessati i rancori, questi due sommi si avvicinassero e si stringessero insieme di più che fraterna amicizia ? Schiller era professore di storia e di estetica in Jena. Goethe non si era opposto alla sua nomina. Schiller avea sposato una egregia giovane, nella cui famiglia Goethe usava; si vedeano spesso, ma si scansavano. Da qualche tempo l'un< e l'altro non attendevano alla poesia, ma studiavano l'uno le scienze naturali, l'altro la filosofia di Kant. Nell'inverno del 1794, all'uscire da un' accademia di scienze naturali i due poeti si scontrarono sulla porta, appiccarono discorso sulla trasformazione delle piante, studio prediletto di Goethe, si riscaldarono; e l'ardore dell < disputa sciolse il gelo dell'antica inimicizia. Goethe prese a scrivere sul giornale Le Ore diretto da Schiller, e cominciò quella serie di osservazioni e di studi comuni, a cui deve la letteratura tedesca il suo rapido incremento.
Nella storia delle lettere, ove è frequente il racconto delle invidie, delle calunnie e degli odii di coloro che le professano, quanto è bello lo spettacolo di questi due grandi che si comunicano i loro disegni, che si assistono a vicenda nei loro lavori, ne pubblicano cosa alcuna senza il consenso dell'altro ! Sotto il calore benefico di questa amicizia nacquero Ermanno e Dorotea, Wallenstein e Guglielmo Teli. Goethe visitando la Svizzera avea immaginato questo dramma ; quando seppe che Schiller lo stava scrivendo, si astenne dall'opera, e cesse in certo modo all'amico un tesoro di memorie, che danno a quella tragedia un colorito speciale che _gli altri drammi di Schiller non hanno. L'arte drammatica fu da loro totalmente rifatta.
Posto il principio, che ogni opera porta in se stessa le leggi organiche del suo svolgimento, essi richiamarono gli artisti all'osservanza di queste leggi, non all'arbitrarie della critica aristotelica. Si risero del famoso precetto delle tre unità, mirarono più profondamente nella natura delle cose a scovrir il principio d'onde quel precetto era nato. Il principio è nella legge del tutto, cioè nell'unità dell'impressione che hanno gli spettatori; e le tre unità non valgono se non quanto s accordano con questo principio. Quando invece son di ostacolo a questo tutto, e pazzo chi vuole serbarle. I Greci stessi non le hanno sempre osservate; e Shak-speare, che non bada a lontananza nò di luogo, nè di tempo, signjreggia ì cu\>A colla unità del tutto, più non facciano colle loro regolarità Corneille e Racine. Il tempo dell' azione ristretto a ventiquattro ore, non permetteva a' personaggi di mostrarsi qual è l'uomo nella vita reale, un misto di pusdlanimità e di grandezza, di vizio e di virtù; ma li modellavano secondo un unico stampo, volgare od eroico ma sempre lo stesso. L'unità di luogo facea sì che molta parte dell'azione fosse narrata, e quindi diminuito l'effetto del dramma. Dopo Goethe c Schiller la storia potè liberamente salire la scena, e colla fedele, benché discordante, pittura de' fatti c de' costumi ammaestrare la gente. Schiller morì il 1805. Goethe gli sopravvisse sino al 1832. Vide la Germania inondata dalle armi vittoriose di Francia: la sua casa e le sue preziose collezioni minacciate d'incendio, ma fu lieve turbamento e tosto si ricompose nell'abituale sua calma. Ad Erfurt, dopo un colloquio col vincitore di Austerlitz, parve pensasse di trasmutarsi a Parigi: tanto quell'eroica sembianza lo avea sedotto! Forse anco pensava chc in quella gran capitale poteva condurre l'arte drammatica a maggiori trionfi: poiché l'amore dell'arte sovrastava in lui a quello della patria. Si diede negli ultinù anni con più ardore a' suoi studi di botanica; scrisse Poesia e^ Verità, chc non è che la storia intima del suo cuore e del suo ingegno, distese il suo Viaggio d'Italia, 0 volle chiudere la vita col sogno primo della sua giovinezza, il Fausto.