INTliODUZIONE. 37
pei' governarmi ne' miei giudizi. Corre a' nostri giorni il vezzo nè giusto nè decente di vilipendere un autore, perchè vissuto in un secolo diverso dal nostro ne adottò le opinioni e la forma dello scrivere, che non sono oggi più in credito Quanto biasimo e quanto ridicolo non si gettò sulla povera Arcadia, quasiché non iosse che un branco di animali belanti! Eppure se noi fossimo vissuti a que'giorni 10 credo che avremmo veduti fra gli Arcadi certi nomi, di cui andrebbe superbo' ogni secolo; nè credo che avremmo ricusato l'onore di essere del loro numero quando potevamo vederci a fianco Redi, Muratori e Vico. Noi possiamo ringraziare la sorte che ci ha dato di vivere in un secolo che ha distrutto tanti pregiudizi e tanti errori della scuola; ma non possiamo vituperare gli scrittori che uvono meno fortunati di noi ; se pure noi stesai non nutriamo altri pregiudici ed altri erroi , de'quali l'età venture potrebbero farne acerbo rimprovero. Io pertanto deplorerò che nei tempi passati le lettere non si siano condotte con più sani principii; ma rispetterò la memoria degli uomini che a'loro giorni furono ornamento della nazione. In secondo luogo dichiaro, che giudicherò uno scrittore non tanto dalla mole delle sue opere, quanto dall'avanzamento, sia pur minimo, che da lui ebbe un' arte 0 una scienza. Chiunque, e sia pure con un solo sonetto, ha saputo sottrarsi alle comuni pastoie ed aprire nuova strada agli stuli osi, sarà da me segnato come faro nel fortunoso cammino dell'arte. Nella piena libertà, di cui ora gode uno scrittore, la moderazione è forza; nel secolo scorso, m cui tutto era definito, misurato e prescritto, lo scostarsi d'un passo dalle
solite norme era ardimento di non volgare intelletto, e però degno di speciale memoria. o r