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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   CAPO I. rv»
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   gitiva. la quando la musica si svolse con maggiore ampiezza, le proporzioni delle arie teatrali parvero troppo anguste; e si accolse sulla scena quanto metteva in maggior lume ingegno de' compositori c le attitudini dei cantanti. Nel melodramma e sempre il principio il progresso e la fine di un'azione. Ora la vera musica non solj dove esprimere le idee volute del poeta, ma deve secondare l'azione e non ritardarla per «foggiare inopportunamente le sue ricchezze; deve anzi abbandonare qualche felice concetto appena indicato per non mettere intoppo al progresso dcl-
   azi me Questi diritti della poesia non furono rispettati dalla musica che soverchiò la parola col canto e più ancora colla istrumentazione : ora il ballo minaccia lo sbasso giuoco alla musica; e forse non è lontano il giorno che poesia, musica e ballo saranno sopraffatti dall'abbagliante decorazione!
   • J?aIlc s°uolc di Napoli uscirono i più valenti maestri e cantori del secolo decampavo. Orazio Vcccni modenese, morto vecchissimo sul principio del secolo antecedente avea creato il melodramma, abbellito poi di nuove grazie dal Rimicelo di Firenze; ^Napoletani lo condussero a quella perfezione, dalla quale è forse venuto di giorno m giorno scadendo. Alessandro Scarlatti (1650-1725) fondò la
   rXn r810^!6 ^POlÌ; Leonardo Leo suo scolare; e dopo questi
   1 altro suo scolare Francesco Durante (1693-1755) vero padre della irande musica italiana, il quale ha ciato all'Europa Pergolesi, Vinci, Jomelli, Piccini, Sacchini e
   E*'. ^U6 la pera a'.ch° ^età 'ommi cantanti; Gaetano Maiorano, detto il ,affarelh, Carlo Broschi, il Farinelli e Gioachino Conti, il Giziello empierono del oro nome i due mondi: il Farinello fu per più anni ministro dei re di Spagna
   buo' Platon ndla P7fef?a P°esia accusa PoPera in musica come ispiratrice di mollezza e corruttrice degli onesti costumi. Credo anch'io chc l'opera buffa nella quale i compositori di quel tempo principalmente si distinsero, non sappia Vare i miracoli che si leggono della musica antica; ma più chc della musica il Muratori p^eva lagnarsi della poesia de'suoi tempi, della quale in quella vece si mostra contento Poeti e> compositori andavano di un passo; ma più riprovevoli erano i primi, chc postosi sotto i piedi ogni decoro dell'arte, si piegavano a tutti i capricci del maestro m guisa che la parola non fu che un suono vuoto di senso, ed il basti potè scrivere il suo dramma: prima la musica e poi le parole. Maestro cantanti, pittore, comparse, come nota il Tommaseo nel suo studio sul Chiari' pretendevano fare i poeti, chiedevano arie da scirocco, recitativi da tramontana-il virtuoso voleva fare da uomo, da donna, da eroe. Le bizzarrie di quella gente erano s,uza fine : battere la misura col ventaglio o lo scettro: sputare a ogni pausa: dar dell asino al suggeritore, ridere cogli attori o a'palchetti ; prender tabacco, slacciarsi per cantar meglio; sull'ultimo uscire mezzo svestiti: Semiramide in guanti rossi^per figurar sangue: Ezio nella fine diventar Teseo, perchè al cantante Gua-dagi» piaceva combattere il Minotauro. Ne'palchi d'altra parte si giuocava, si mangiava, si faceva all'amore; chiasso e bisbigli durante la musica, silenzio al Dallo; sempre zitti nella platea ehe riceveva con sommessione la pioggia dc»li sputi, che 1 olimpo della nobiltà le mandava dai palchi. Così se la parola de! dramma trasformata in trilli, gorgheggi, strascichi, fughe e volate, nulla più diceva nè alla uiente ne al cuore, il contegno degli attori e spettatori cangiava quella scuola di moralità e di urbano lepore in un grossolano passatempo di gente oziosa e noiatà. Alla convenienza della stona e della morale non si badava, purché lo spettacolo se ardisse i sensi : si volevano trasformazioni, decorazioni, intermezzi, fuochi artificiali che figurassero m aria anagrammi, stemmi, corone; in un dramma le quattro parti del mondo vernano innanzi coi loro simboli; in un altro Cleopatra battendo 1 piede facea sparire una isola : Persepoli era mandata in aria colla nostra polvere da fuoco; e nel Catone che diede tanta materia di riso all'Addison nel suo »'-aggio in Italia 1 eroe si uccideva nella sua libreria, ove conservava la propria vita pcritta da Plutarco e la Gerusalemme Liberata del Tasso. In questo modo l arte restava affogata nella ridicola e pomposa assurdità degli accessori! ; c la l9t