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Storia della Letteratura Italiana
Dalla metà del 700 ai giorni nostri
Giacomo Zanella
Francesco Vallardi Milano, 1880, pagine 192

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a cura di Federico Adamoli

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   capo in. 55
   ÌM\lano polla clata di Brescia venne ristampato a Venezia e di nuovo a Milano dal , 'ilvestri ; alcuni suoi articoli furono tradotti ed inseriti in pregiate riviste di Francia e di_ Germania. N'erano compilatori Pietro ed Alessandro Verri, Beccaria, Lambertcnghi, il canonico Alfonso Longo, il matematico Frisi, Colpani e Secchi! Cominciò nel giugno del 1764, e visse poco più di un anno. Da cima a fondo vi si sente il soffio della vita moderna; questioni di commercio, d'agricoltura, d'economia politica, di fisica, di meteorologia, di medicina e di filosofia vi sono trattate con profondità di cognizioni sotto l'apparente levità della forma. Verri e Beccaria s-i deposero i primi germi delle dottrine, che fecero gloriosi i loro nomi. Trovo chc il Caffè Jcve essere stato ordinaria lettura al Parini ; la sua ode sull'Innesto del vainolo ha riscontro in un bellissimo articolo del giornale; e l'altra ode alla Impostura non è che una imitazione del Tempio dell'Ignoranza nel detto giornale, fei cita iti esso il solo Mattino; il Mezzogiorno non era ancora composto o almi pubblicato. Ma quanto dice il Parini della vita del suo eroe si trova negli articoli^ Con side razioni sul Lusso, sui Fideicommessi, sul Commercio della nobiltà, siili Ozio, sull'Uomo amabile, sulla Noia e sull'Amor proprio. Uno stesso spirito di osservazione e d'indipendenza dagli altrui giudizii guida la penna del poeta e del giornalista. I più veri tratti della ode La salubrità dell'aria paiono tolti dalle parole del Verri in un articolo sugli odori; dovunque volga gli occhi non veqqo che latrine aperte, ecc., ecc.
   Il Caffè flagellava la compassata e tronfia eloquenza de' suoi giorni. Paragona la predica italiana ad una processione di vuoti colossi di carta pesta; passa il primo, eh' è l'Esordio, più goffo degli altri, s'inginocchia tratto tratto a dimandare perdono; passano le altre parti della orazione in atto più grave, alcune delle quali composte di antiche pergamene e d'indici di libri; si vede spesso un colosso chc ha il busto formato di Cicerone e le coscie di Santi Padri. Mandano tutti un odore narcotico che addormenta la folla. In un altro articolo il Caffè deride le accademie, In molte delle quali i soci si fecero confratelli de'cavalli da maneggio; poiché
   S7V1/!/!10 Le99iadro galoppa, lo Spiritoso raddoppia, l'Ardente corvetta, 1 Agile fa il passo-salto, il Superbo passeggia; così un altro Leggiadro recita sonetti; un altro Spiritoso è eccellente nelle sestine, un altro Ardente nelle terze rime, un altro Agile e professore di ottave, ed un altro Superbo compone anacreontiche. Il titolo di un accademico occupava una mezza pagina, cioè il Signor tale dei tali fra gl'Indotti il Sottile, fra gli Affamati il Disinvolto, fra gli Spensierati l'Ottuso; e così via via in guisa da rendere i letterati d'Italia il ridicolo delle altre nazioni.
   Un torto peraltro gravissimo in fatto di letteratura ha il Caffè, il disprezzo dolle forme grammaticali e della buona lingua d'Italia. Quando il Parini nel suo Corso di belle lettere raccomandava agli Italiani la costante lettura di quegli stessi libri, ehe poveri di cose, pure sono aurei per bontà di elocuzione, spiace che un giornale intento a promuovere l'onore d'Italia si opponesse a' precetti di lui, e gettasse la confusione nelle menti giovanili circa le norme da seguirsi nello scrivere. Sino dai primi numeri manda alla Crusca una formale rinunzia; professa di cercar cose e non parole; c non si avvede che la parola è l'essenza medesima delle cose. Dice che piglierà dalle lingue straniere tutto ciò che gli parrà buono : e non si accorge che con questa dichiarazione accusa di povertà la nostra lingua eh e riconosciuta come la più ricca delle lingue romanze. E chi non si duole di vedere gettati nel fango il Firenzuola, il Borgbini, il Giambullari, il Gclli, il Sacchetta e levato a ciclo l'Algarotti, che ha arricchita la nostra lingua colle sue opereì Forse gli scrittori del Caffè, chc erano giovani ardentissimi di cuore e d'ingegno^ vennero _ a tali estremi per le misere dispute grammaticali che da qualche anno ferveano in Milano. L'egregio Cantù ilei suo Parini ha narrato come l'ex gesuita Alessandro Bandiera gridasse unici modelli del bello scrivere il Boccaccio e sè stesso; ed avesse l'audacia di rifare la prosa virile del Segneri colle sue boc-