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caccevoli smancerie. Bnelic il Branda barnabita esortando i giovani a studiare la lingua toseana era uscito in contumelie contro il dialetto milanese, anzi contro tutte le consuetudini della vita lombarda. E credibile die le passioni accese da queste gare oscurassero il giudicio ai compilatori del Caffè, che in fatto di lingua
propugnavano opposte dottrine. i
In ogni modo il Caffè coll'avere portato lo spirito filosofico nelle ricercne letterarie e^coll'avere esposte con eleganza d'immaginazione, se non di lingua, quelle materie che più si legano colla vita tìsica e morale delle nazioni, ha grandemente giovato all'Italia; e quei due volumi, in cui ora sono raccolte quelle scritture, sono uno dei più bei monumenti della nostra letteratura nel secolo scorso.
Venezia, m cui fino dal 1563, durante la guerra contro Solimano II, si pubblicarono le Notizie scritte, e poi le stampate, che ebbero nome dalla Gazzetta, moneta di pochi soldi, di chi le comprava, Venezia ebbe per tempo giornali di letteratura. Nel 1671 ebbe cominciamento il Giornale Veneto, che con molte interruzioni durò fino al 1689. La Galleria di Minerva cominciò nel 1696, e visse riputatissima fino all'apparire del Giornale dello Zeno; poi venne il Giornale enciclopedico nel 1774- che usciva due volte la settimana, che può dirsi continuato a Vicenza col titolo di Nuovo giornale enciclopedico, diretto dalla valente donna lodata dal Parini, Elisabetta Caminer Turra. Anche l'Europa letteraria, ora raccolta in 52 volumi, era un buon giornale, che teneva corrispondenza con Parigi, Vienna, Berlino ed Amsterdam. Gaspare Gozzi dopo la Gazzetta Veneta da lui assunta e continuata per tutto l'anno 1760, pose mano all' Osservatore, che si stampava due volte la settimana. Sono 10-1 numeri che vanno dal febbraio 1761 al gennaio 1762. Questi numeri con molte alterazioni ed omissioni furono poscia raccolti in volume e sono il principale fondamento della fama del Gozzi. Egli non conosceva l'inglese, ma giovandosi della traduzione francese dello Spettatore di Addilon, compose questa opera che vien collocata fra le migliori scritture d'Italia. Temo che sia giudizio troppo benigno. Difatti con tutti gli elogi che si fanno dell' Osservatore dobbiamo confessare che è pochissimo letto, se ne leviamo quegli estratti che corrono pelle seuole de' fanciulli. Lo Spettatore di Addison è ancora lettura istruttiva e piacevole al popolo inglese; l'Osservatore non è letto dagli stessi Veneziani, chc pure troverebbero in esso molti ricordi dei costumi e delle opinioni de'loro padri. Non ò che il Gozzi avesse minore ingegno dell'Addison; il poeta dei Sermoni si lascia ben addietro il cantore della Battaglia di Blenheim; ma le politiche condizioni delle loro patrie, e quindi la loro educazione erano ben diverse. L'Inglese era cresciuto fra le agitazioni delle sette religiose e politiche, che danno sì gran campd alle umane passioni di scoprirsi; era ministro di Stato in un tempo che l'Inghilterra saliva al grado di prima potenza marittima : il Veneziano vive^ a negli' ultimi giorni di un governo decrepito; privato cittadino e por non liete vicende domestiche, ridotto a campare la vita fra pochi libri in una cameretta a Rialto. Nel 1701 dodici anni prima che il Gozzi nascesse, Addison venne a Venezia, e le osservazioni che vi fece dimostrano quanto il suo modo di vedere fosse diverso da quello che si trova nell'Osservatore. Esamina il sito di Venezia che rieonosee fortissimo da parte di terra e di mare; trova mal fondato il sospetto, che cri tempo ritirandosi il mare, Vènezia possa perdere le sue naturali difese; tocca del commercio, che pei fiumi Venezia avea coll'Emìlia e colla Lombardia, e pel mare col Levante; commercio allora poco florido, perchè le maggiori gravezze dello Stato pesavano sulle mercanzie. Deplora che i mercanti, per poeo die si fossero arricchiti, lasciassero il banco pel Libro d'oro, ed arrossissero di più farsi vedere al fondaco ed alla borsa. Accenna che con dichiarare Venezia porto franco, forse si poteva ravviare il mal andato commercio; non per altra cagione prosperare; Livorno, che attirava a sè la più parte dei legni mercantili diretti per l'Italia; viene a parlare delle case comodissime pel doppio accesso per terra e per aequa: vi-vidiane' palazzi gli ornamenti delle statue e delle pitture che nazioni^ più ricche non hanno; c fa giustissime considerazioni sullo stato dell'arsenale e della flotta.