periodo delle origini
1. Origine della lingua e primi documenti della letteratura italiana. — 2. La letteratura latina del Medio Evo, le letterature provenzale e francese. — 3. Principi della poesia italiana. — 4. La scuola dello stiì nuovo e la poesia giocosa e satirica in Toscana. — 5. Principi della prosa.
1. La lingua latina, quale si era venuta foggiando e modificando in Roma, largamente diffusero le conquiste romane; non solo politiche ma linguistiche insieme, poiché là dove furono più salde e durevoli, e non si oppose e resiste, come soltanto avvenne nella Grecia, una gloriosa tradizione letteraria, i vinti finirono con l'accogliere ed appropriarsi l'idioma dei dominatori. Così dal latino, non proprio quello che leggiamo nelle opere dei classici, ma dal latino parlato (dal letterario non sostanzialmente diverso, ma meno nobile, più vari'o, libero e trasmutabile) derivarono quelle lingue che si chiamano, con espressione dotta e recente, neolatine, ossia nuove latine, o, con voce antica e popolare, romanze (dall'uso avverbiale dell'aggettivo romanicus in frasi come loqui romaniee, cioè parlare alla maniera dei Romani) : l'italiano, il francese, il provenzale, il catalano, lo spagnuolo, il portoghese, il rumeno, il romancio o ladino (parlato nel Friuli, in parte del Trentino e nel cantone dei Grigioni).1 « Questo latino popolare a poco a poco si venne in sé stesso trasformando: lentamente prima, finché la civiltà romana stette in piedi, abbondarono le scuole, e la letteratura potè avere un'efficacia ritar-datrice; più rapidamente d'assai, una volta che tutto ciò venne meno ». Fuori di Roma esso dovette sonare alquanto diverso a seconda delle favelle cui erano avvezze le varie popolazioni; e « queste diversità, fattesi assai maggiori una volta che l'impero cadde in isfacelo e l'unità fu spezzata, e accresciute dal tempo,
1 — Venturi, Storia della tettar. Ual.