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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   1 fj
   PERIODO DELLE ORIGINI
   sono la prima causa clie ha dato origine alla rnoltiplicita delle lingue e dei dialetti ». 2 Delle lingue romanze l'italiana è quella che conserva nella morfologia e nella sintassi maggior somiglianza col latino; ed anche piccola parte del suo vocabolario non deriva da questo, ma e costituita di voci straniere, specialmente germaniche. Le principali modificazioni cui andò soggetto, quanto alla grammatica, il latino, trasformandosi nei nuovi volgari, sono queste: la perdita della terminazione in consonante delle declinazioni, onde la necessità dello preposizioni e degli articoli a indicare le diverse relazioni del pensiero; la perdita della forma passiva del verbo, alla quale si sostituì la circonlocuzione col verbo essere; l'acquisto del passato prossimo, del trapassato remoto, del modo condizionale: il futuro si formò in modo diverso, dalla combinazione cioè dell'infinito del verbo col presente indicativo dell'ausiliare avere (amare - ho, amaro, amerò), ecc.
   La letteratura nostra non comincia propriamente se non nella prima metà del sec. XIII, sebbene nel secolo precedente ap-jiaiaiio i primissimi documenti d'indole letteraria; più tardi assai della francese e della provenzale, che risalgono al X e XI secolo, e nel XII erano già nel loro massimo fiore; e la principale ragione di tal fatto veggono illustri critici in questo, che l'Italia considerava la lingua latina come nazionale, come cosa e gloria propria, e fu più restìa quindi a cessar nelle opere letterarie l'uso di questa lingua, che le ricordava la passata grandezza, e per la quale ebbe poi, anche quando splendeva più gloriosa la letteratura volgare, tanto amore e tanta reverenza. 3 Ma secondo il Parodi, nei secoli in cui s'iniziano e giungono al loro splendore le poesie di lingua à'oìl e di lingua d'oc, la nostra stirpe non ebbe letteratura né latina né volgare « per una vera indifferenza e sterilità del suo spirito »; il quale portava invece in sé, come eredità del periodo latino, attitudini e aspirazioni pratiche. 4 Già fino dal sec. VII si trovano e si fanno poi sempre più frequenti negli atti latini parole dei dialetti volgari, specie nei nomi di persone e di luoghi. Una carta capuana del 960; la quale si conserva nell'archivio del monastero di Monte Cassino, è il più antico documento, finora conosciuto, ove si trovi un intero periodetto volgare: « Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki colitene, trenta anni le possette parte sancti Benedicti » ; e altre simili formule troviamo in'altre tre carte pure Campane,