Stai consultando: 'Storia della Letteratura Italiana ', Giovanni Antonio Venturi

   

Pagina (11/334)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (11/334)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   1 fj
   PERIODO DELLE ORIGINI
   pio Lattanzio, studioso della buona elocuzione e dello stile ornato ; e questa letteratura di sentimenti e d'intenti religiosi in lingua latina continuò a svolgersi in Europa per molti secoli, riflettendo le condizioni varie della cultura. La quale parve precipitare con l'Impero; ma alle altre parti di questo l'Italia si mantenne anche allora molto superiore. Al tempo di Teodorico compose, fra altre opere, il famoso libro De consolatione philo-sophiae il romano Boezio, Vanima santa• che il mondo fallace -fa manifesto a chi di lei ben ode (Par., X, 123-26); e Cassiodoro di Squillace consacrò l'opera e gli scritti al culto della civiltà di Roma e della sapienza greca e latina. Più tristi tempi successero: pur non si spense ogni lume di scienza, e nel sec. VIII fiorisce Paolo di Varnefrido, detto Paolo Diacono, longobardo di origine ma nato nel Friuli, autore di più opere, fra le quali la importantissima Historia Langobardorum. Il risorgimento degli studi promosso in Francia da Carlo Magno, con scopo e indirizzo schiettamente religioso ed ecclesiastico, ebbe in Italia scarsa efficacia. Ma neppure mancarono i cultori degli studi in mezzo alle procellose vicende della fine del sec. IX, e nel successivo in cui furono tanto sventurate le nostre condizioni sociali e politiche. Nei fieri versi latini, dello scorcio del nono secolo, di un anonimo, incuoranti i Modenesi a far buona guardia su le mura della loro città assediata, si mescono all'esortazione spontanei e vivi i ricordi di Troia e di Roma; e ai primi lustri del secolo decimo appartiene l'anonimo poema attorno alle geste dell'imperatore Berengario, poema pieno di reminiscenze di classici latini e foggiato con arte sul modello dell'antica epopea. Lo storico Liutprando (morto nel 972 vescovo di Cremona) longobardo di origine e di sentimenti, uomo di perspicace e dotto ingegno, fa sfoggio di erudizione e della conoscenza della lingua greca. Nell'italiano Gonzone, che da Ottone il Grande fu chiamato in Germania per la fama della sua sapienza, troviamo «il tipo dell'umanista non men dotto che battagliero, quale si svilupperà quattro secoli più tardi ». Dopo il mille, per due secoli all'incirca, il culto dell'antichità, in quanto è rappresentato dallo studio e dall'imitazione della letteratura classica, produce fuori d'Italia e specialmente in Francia i migliori frutti; sebbene manifesti la propria gagliarda efficacia su la vita politica del nostro popolo, e l'istruzione sia fra noi molto più diffusa che altrove. Numerosi sono in quel tempo in Italia