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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   PERIODO DELLE ORIGINI
   Anche la letteratura della Francia settentrionale fu presto conosciuta in Italia, In questa letteratura ha grandissima importanza l'epopea carolingia: 13 le leggende formatesi intorno a Carlo Magno e ai suoi paladini dieder materia ad una quantità di poemi, dei quali il più antico che si conosca è la splendida Chanson de Roland, del sec, XI. Altre leggende, venute nella Francia nel sec. XII dalla Brettagna insulare e dall'Armorica, furono trattate nei poemi del ciclo brettone o d'Artu. Il cielo carolingio è ispirato a sentimenti religiosi e nazionali, è serio, severo, narra lunghe guerre e grandi battaglie; laddove non grandi imprese di popoli e di eserciti, ma meravigliose x>rove di cavalieri cortesi, che vanno errando in cerca di avventure e di fama, sono l'argomento dei romanzi del ciclo brettone: di questi l'anima è la donna, che non entra o ha pochissima parte nelle chansons de geste del ciclo carolingio; e sono pieni di amori e di avventure, di tornei e di duelli.
   I poemi del cielo carolingio e i romanzi d'avventure del brettone si diffusero in Italia, specialmente nel settentrione: i primi furono dal popolo avidamente ascoltati per le vie e per le piazze ; furono letti i secondi con gran piacere nelle case signorili e nelle corti feudali. Nel Veneto si trascrissero in un linguaggio mescolato di francese e di dialetto alcuni poemi carolingi, ed ancora dei nuovi ne furono composti come l'Entrée d'Espagne d'un ignoto padovano e la Prise de Pampelune di Niccolò da Verona (sec. XIV). Si divulgarono pure in Italia altre opere dell'antica letteratura francese : Le Roman de Renali, poema satirico, Le Roman de la Rose, celebre poema allegorico, i poemi del ciclo dell'antichità, intorno alle tradizioni della mitologia e della storia antica, come il Roman de Troie di Benedetto di Sainte-More; i Fa-blìaux racconti in versi, satirici e giocosi, molto liberi e sguaiati.
   Nel sec. XIII Brunetto Latini fiorentino scrisse il Trésor, un'ampia enciclopedia scientifica e filosofica, in prosa francese, perché, egli diceva, il francese è una lingua più dilettevole e più diffusa delle altre. Martino da Canale, adducendo la medesima ragione, se ne valse in una cronaca di Venezia: e in prosa francese Rusticiano da Pisa compose una prolissa compilazione di racconti del ciclo di Artu, e scrisse la relazione dei viaggi di Marco Polo. 14
   3. Nel Veneto le canzoni di gesta francesi, conservando ancora solo qualche traccia della lingua in cui erano scritte, pre-