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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL SECOLO XIV
   scimento, e certo gli diedero fortissimo impulso. Si ricercarono con grande passione le opere dei classici, si commentarono, s'illustrarono, s'imitarono; quasi si obliò il volgare per rifarsi latini in tutto, anclie nell'idioma; onde mentre Dante, la cui prosa latina è assai barbara, occupa tanta parte della vita e si fa macro nello scrivere il poema in volgare (vedi Par. XXV, 1 e segg.), il Petrarca credo affidata la sua gloria alle opere latine, ove cerca di emulare l'eleganza dei classici, e, almeno al paragone di queste, non dà molta importanza alle Rime. Ma il Petrarca e il Boccaccio, i quali certamente la storia letteraria ricorderebbe con onore anche soltanto per la parte che ebbero nel Rinascimento e per i loro scritti latini, godono di così alta fama e ci appaiono così grandi, perché in volgare svolsero e condussero a perfezione l'uno la lirica amorosa, l'altro la novella.
   2. Intorno alla biografìa di Dante vi sono molte incertezze e si sono agitate infinite dispute: raccoglieremo le notizie più sicure e importanti. 2
   Nacque egli in Firenze nel maggio del 1265 da Alighiero,3 dì antica e cospicua famiglia cittadina,4 e da donna Bella d'ignoto casato. Degli antenati di lui il più antico, di cui si abbia certa notizia, è il trisavolo Cacciaguida, ricordato ed esaltato da Dante stesso in un celebre episodio del Paradiso (XV-XVII). Nulla ci è noto della fanciullezza e dei primi studi di lui. Fu, come un tempo si affermava, discepolo di Brunetto Latini? Ai critici moderni le parole di affetto e di gratitudine, con le quali questi è ricordato nel XV canto dell 'Inferno, parvero l'unico e troppo debole fondamento di tale credenza, che giudicarono per varie ragioni affatto inverisimile. Ma il Novati sostiene che, se è assurdo pensare a un Brunetto Latini pedagogo e maestro « di la-tinetto », sembra invece « non soltanto probabile ma quasi certo » che egli insegnasse pubblicamente retorica in patria, e che, come attesta Benvenuto da Imola, avesse a scolari e l'Alighieri e altri giovani. 6
   Il fatto più importante della giovinezza di Dante è il suo amore per Beatrice (della questione intorno alla realtà di essa ci occuperemo più sotto) ; amore caldo e purissimo onde egli trasse così alta ispirazione.
   Nel 1289 Dante combatté a Campaldino, e si trovò nello stesso anno all'assedio del castello di Caprona (ricorda di aver