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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL SECOLO XIV
   ma egli tende alla beatitudine celeste, e ve lo conduce la rivelazione e la scienza della rivelazione, la teologia, simboleggiate in Beatrice, che con lo splendore degli occhi suoi rapisce Dante di cielo in cielo.
   Con quest'allegoria morale e religiosa si unisce intimamente il significato politico, perché all'esercizio della virtù è necessario il buono e giusto ordinamento politico, e perché alla felicità del genere amano sono necessarie due guide, afferma Dante nel citato passo della Monarchia, il Papa e l'Imperatore: il primo per condurre secondo le cose rivelate il genere umano alla vita eterna, il secondo per indirizzarlo, secondo gli ammaestramenti filosofici, alla felicità temporale. Ma giudicava Dante che Papato e Impero fossero venuti meno al loro ufficio, che con immenso danno degli uomini il Papa avesse « giunta la spada col pastorale»: di qui la discordia, la confusione, l'anarchia, onde tanto s'accora e si sdegna il Poeta. La selva oscura significa cosi anche il disordine politico e la corruzione specialmente dell'Italia. Dante è l'uomo del suo tempo che vi si trova smarrito in mezzo : Virgilio, che aveva tanto altamente celebrato l'impero romano, simboleggia l'idea ghibellina della monarchia universale romana e profetizza il Veltro,15 che ricaccerà nell'inferno la Iwpa, la cupidigia, e rigenererà il mondo; e Beatrice è simbolo dell'autorità spirituale, come Dante la vagheggiava, guida santa alla celeste beatitudine.
   V'è pure nella Commedia un'allegoria personale: Dante rappresenta non solo l'anima umana e l'uomo in genere del tempo suo, ma proprio sé medesimo (Purg. XXX). Dopo la morte di Beatrice egli « volse i passi suoi per via non vera - imagini di ben seguendo false », e « tanto giù cadde, che tutti argomenti - alla salute sua eran già corti, - fuor che mostrargli le perdute genti»: gli studi filosofici lo ritraggono dall'errore, e nella fede e nella teologia ritrova la pace e la speranza dell'eterna salute.
   3. Già accennammo ai due poemetti di Giacomino da Verona su i gaudi del Paradiso e i tormenti dell'Inferno, e al Libro delle Tre Scritture di Bonvesin da Riva. L'idea di una visione dei regni oltremondani si trova in molte antecedenti leggende del Medio Evo, come la Visione eli San Paolo, il Viaggio di San Bran-dano, la Visione di Tundalo, il Purgatorio di San Patrizio, la Visione di frate Alberigo. Conobbe Dante queste leggende1? In che