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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   e ìx lilsorchmento nazionale
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   d'una famiglia di patriotti, morì nel 1848 da eroe alla difesa di Venezia. Goffredo Mameli 3 genovese, autore del canto Dio e il popolo, « il canto più propriamente popolare della moderna letteratura italiana », e dell' inno Fratelli d'Italia, « che risonò per tutte le terre e su tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e '49 », moriva il 1849 per una ferita ricevuta nella difesa dì Roma: moriva a ventidue anni di cancrena in un osj>e-dale (tre giorni dopo che lo straniero era entrato in Roma), mormorando nel delirio versi patriottici. Come nel '48 e '49 l'inno di Mameli, così fu poi popolarissimo l'Inno di Garibaldi (1859-60) di Luigi Mercantini di Ripatransone (1821-1872), che con canti patriottici accompagnò tutte le vicende del risorgimento nazionale dal 1848 al 1870.
   2. Poeta caldissimo d'amor di patria fu Giovanni Berchet, 6 antesignano della scuola romantica, nato nel 1783 a Milano. Nel 1816 pubblicò un opuscolo, Sul « Cacciatore feroce » e sull'i Eleonora » di G. A. Biirger, lettera semiseria di Grisostomo; nel* quale opuscolo pigliando argomento dalle due ballate del poeta tedesco, che egli presentava tradotte in prosa, diè fuori come il manifesto, è stato detto, del romanticismo italiano: molti articoli critici scrisse poi nel Conciliatore sempre con lo pseudonimo di Grisostomo. Nel 1821 dove fuggire da Milano e riparò a Londra, dove visse poveramente, facendo per una casa di commercio la corrispondenza mercantile in varie lingue, sino al 1829 in cui il suo concittadino marchese Giuseppe Arconati, esule anch'egli, ricco e generoso, gli offerse fraterna ospitalità nella propria casa: con la famiglia Arconati viaggiò in Francia, nel Belgio e in Germania. Prima dell'esilio il Berchet aveva composta, ma forse non finita, 7 una delle sue più celebri poesie, I Profughi di Parga, poemetto epico-lirico ispirato dal tradimento che l'Inghilterra fece di quella città dell'Albania ai Turchi, onde tutti i cittadini vollero, piuttosto che sottomettersi a questi, abbandonare la patria: I Profughi di Parga furono poi stampati la prima volta a Parigi (1823), con prefazione e traduzione del Fauriel. Durante l'esilio furono scritte e pubblicate le romanze Clarina, Il romito del Cenisio, ecc. e le Fantasie (Parigi, 1829), poemetto epico-lirico ardente e fremente d'amor patrio. In esso il poeta immagina un esule italiano che in sogno ha cinque visioni: di gloriosi episodi della guerra dei Lombardi contro Federigo Barbarossa, ma anche delle presenti miserie e