e il, risorgimento nazionale
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dio Evo: morì nel 1854. Molto più che le tragedie e gli altri scritti, conservano la nominanza del Pellico Le mie prigioni, dove si rivela l'anima dolce e pia del povero prigioniero; e quanto più semplice è la narrazione e quanto più mite e soave ne appare il Pellico, tanto più chi legge (forse non se lo immaginava l'autore) sente sdegno e odio verso chi era la cagione di tanti patimenti e dolori ; sdegno e odio che ben doveano impetuosamente divampare nei lettori d'un tempo in cui ancora durava l'oppressione straniera. Del Pellico è stato anche raccolto e pubblicato l'Epistolario.
Uno dei principali romantici è pure Tommaso Grossi di Bollano sul lago di Como (1790-1853),11 amico intrinseco del Manzoni. Nel 1815 pubblicò la Prineide, satira politica in dialetto milanese, che piacque molto: era anonima, e la polizia si diede a molestare chiunque fosse noto come verseggiatore in dialetto, finché costrinse a confessarsene autore il Grossi; il quale però potè cavarsela, non senza molto spavento, con un paio di giorni di arresto e una severa paternale.12 In dialetto compose pure altre poesie, fra le quali una molto bella In m.orte di Carlo- Porta (1821), che ricorderemo fra poco, amicissimo del Grossi, e La fuggitiva (1816), novella che poi rifece in italiano. Compose quindi in italiano e in ottave, come La fuggitiva, due altre novelle: Vlldegonda (1820) e Ulrico e Licia (1837). Le quali novelle poetiche del Grossi, insieme con La Pia de' Tolomei del toscano Bartolommeo Sestini (1792-1822), sono dei più famosi componimenti di tal genere. Molto meno felicemente riuscì il Grossi nel poema in ottave I Lombardi alla prima crociata13 (1826), che, per quanto non vi manchino particolari bellezze, deluse pienamente la grande aspettazione che se ne aveva. Si rifece l'autore col romanzo storico Marco Visconti (1834),14 di cui anche oggi si ammirano alcuni tratti, alcuni episodi, e che, dopo i Promessi Sposi, è sicuramente uno dei migliori romanzi storici nostri, bene avvertendo che ogni paragone è impossibile col capolavoro del Manzoni.
Luigi Carrer veneziano (1801-1850), critico colto e giudizioso, biografo del Foscolo, scrittore di svariati componimenti in verso e in prosa, si segnalò massimamente per le ballate. 15 Giovanni Torti milanese (1774-1852), scolaro del Parini, scrisse un'epistola in versi Sui Sepolcri di Ugo Foscolo e di Ippolito Pindemonte, i sermoni Sulla poesia, nei quali verseggiò alcune parti delle