Stai consultando: 'Storia della Letteratura Italiana ', Giovanni Antonio Venturi

   

Pagina (256/334)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (256/334)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   e il, risorgimento nazionale
   249
   satira del Giusti, pur non scevra talvolta d'artifizio, singoiar pregio artistico; e particolarmente la rende originale il modo felice onde essa si contempera con la lirica. Ricordo, fra le poesie più famose, L'incoronazione, La vestizione, Il brindisi di Girella, Il Re Travicello, La terra dei morti e il Sani'Ambrogio. Anclie alcune liriche gentili e malinconiche compose il Giusti: il celebre sonetto la Fiducia in Dio, le odi All'amica lontana, Affetti d'una madre, Acl una giovinetta, ecc. In prosa scrisse un discorso sul Parini, vari studi su la Divina Commedia, e raccogliendo i proverbi toscani (la raccolta fu compiuta, ordinata e edita dal Capponi), ne illustrò alcuni con garbati e arguti scrit-tarelli. Gran favore trovò un tempo il suo Epistolario, ma oggi è assai men letto e ci riesce meno attraente di altri che abbiamo nella nostra letteratura, perché spesso freddo e artificioso. Volle il Giusti dare allo stile atteggiamenti naturali, spigliati, popolari, « ma nell'epistolario, così Ferdinando Martini, non vi riuscì e cascò da un eccesso in un altro; salvo poche, quelle lettere odorano di rinchiuso: invece dell'accademia togata c'è l'accademia vernacola, ma l'accademia c'è: l'arte non giunge a nascondere l'artifizio, e la lima, soverchia, non aguzza lo stile, lo smussa ». 34
   Il Martini pubblicò nel 1890 delle brevi e incompiute Memorie del Giusti intorno ai fatti della Toscana dal '45 al '49, non senza valore letterario, specie in alcuni tratti, e per la storia non inutile testimonianza, cui assai conferiscono il bel proemio e le note dell'editore. La vera gloria del Giusti è nelle satiro scritte con nobilissimo intento e con arte squisita.
   4. Il romanzo storico fu tra le forme predilette dei romantici.35 Lo trattarono G. B. Bazzoni di Novara (1803-1850), e Carlo Varese di Tortona (1792-1866) sul modello dello Scott, anche prima che uscissero I Promessi Sposi; Giovanni Rosini toscano (1776-1855); Cesare Cantù ed altri; più celebri, insieme col Grossi, il D'Azeglio e il Guerrazzi. Massimo d'Azeglio,36 nato a Torino nel 1798 di nobile e antica famiglia e morto nel 1866, soldato valoroso, diplomatico e ministro, è una delle più spiccate figure del risorgimento nazionale. Lavorando a un quadro che rappresentava la disfida di Barletta, « gli venne considerato che, data l'importanza del fatto e l'opportunità di rammentarlo per mettere un po' di foco in corpo agl'Italiani, sarebbe riuscito molto meglio, e molto più efficace, raccontato che dipinto » ; e