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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   la lktteratltra italiana
   presidenza del pontefice. Svolse poi maggiormente le sue idee ne' Prolegomeni e nel Gesuita moderno, Serissimo libro contro i. Gesuiti. Tornato in Italia nel '48, fu ricevuto con grandi feste, e a Torino fu ministro e poi presidente del Consiglio. Dopo Novara andò a Parigi, dove pubblicò II Rinnovamento civile d'Italia; nel quale, abbandonando le idee propugnate nel Primato, sostenne con acutezza e preveggenza che il Piemonte doveva promuovere la redenzione della patria, che tutti i partiti dovevano riunire le loro forze a questo scopo, che il Papa non doveva avere « sovranità di stato né di territorio ». A Parigi morì nel 1852. Non è mio ufficio ragionare delle dottrine filosofiche del Gioberti : i suoi scritti sono coloriti e facondi, mostrano vasta cultura e contengono anche molte e belle pagine di critica letteraria, osservazioni e giudizi notevoli su gran numero di autori antichi e moderni, fra' quali ultimi egli aveva in grande stima il Leopardi e il Manzoni.34 Un altro filosofo insigne è Antonio Rosmini di Rovereto (1797-1855); al quale per le sue opere poderose e profonde spetta nella storia della filosofia un luogo eminente.
   Cesare Balbo torinese (1789-1853), nelle Speranze d'Italia, libro ispiratogli dalla lettura del Primato del Gioberti, ricercò i mezzi pratici atti a condurre alla redenzione della patria, e sostenne doversi anzi tutto mirare all' indipendenza dallo straniero, unendosi a questo scopo tutti, principi, papa e popolo. Ufficiale, diplomatico, deputato al Parlamento subalpino e ministro di Carlo Alberto, attese pure con fervore agli studi e pubblicò libri ed opuscoli storici, politici e letterari, novelle, una versione di Tacito. Gli scritti suoi più importanti sono: la Vita di Dante (1839), Le Speranze d'Italia (1844) e il divulga-tissimo Sommario della Storia d'Italia (1846), mirabile per ordine, lucidità e concisione. 35 Carlo Troya napoletano (1784-1858), pur di principi guelfi, prima esule, poi nel '48 ministro costituzionale di Ferdinando II, scrisse dotti lavori intorno al Veltro di Dante ed una eruditissima Storia d'Italia nel Medio Evo, che non potè compiere: va dal 476 ai tempi di Carlo Magno. Gino Capponi d'illustre e ricca famiglia fiorentina (1792-1876), cattolico e moderato ma schiettamente liberale, fu nel 1848 presidente dei ministri in Toscana e poi senatore del regno d'Italia. Fondò con Giampietro Vieusseux l'Antologia e poi l'Archivio storico: fu in amicizia intima con molti uomini illustri, e per la