\ nella 2» metà del sec. xix e nel princ. del xx 259
La letteratura italiana nella seconda metà (lei sec. XIX e nel principio del sec. XX.1
1. La letteratura italiana dopo la metà del secolo XIX. — 2. Poeti lirici: A.Aleardi, G. Prati, G. Zanella, ecc. — 3. Giosuè Carducci. —¦ 4. G. Pascoli, G. D'Annunzio, ecc. — 5. Scrittori drammatici: P. Ferrari, P. Cossa, G. Giacosa, ecc. —- fi. E. De Aniicis. — Romanzieri, novellieri, giornalisti, ecc. — 7. Storici, critici, poligrafi.
1. Dopo gli avvenimenti del 1848 e '49 l'attività politica e nazionale, come osserva il Barzellotti, « abbandonava il vecchio e ormai logoro istrumento della letteratura pel nuovo che le offrivano le condizioni del giovane Stato piemontese e d'Europa »: la letteratura quindi perdé, per qualche tempo, d'importanza e di valore, mancandole il fine cui sino allora aveva servito, e i fatti politici attraendo a sé interamente gli animi e le menti degl'Italiani, mentre si preparava e si compieva il risorgimento e l'unificazione della patria. Non così però che anche in quell'età che corre, all'incirca, dal'50 al'70 non venissero in luce alcune opere pregevoli di poesia e di prosa. Giovanni Prati (1814-1884) e, con molta minor fecondità, Aleardo Aleardi (1812-1878) continuarono a scrivere versi che il pubblico leggeva e ammirava; e, se la nominanza dell'Aleardi presto impallidì, anche oggi piace la fantasia feconda, la ricchezza d'armonie del Prati. Intanto due altri poeti apparivano a contendere a questo e al-l'Aleardi il primato: Giacomo Zanella (1820-1888), che si fece conoscere assai tardi, ma con pronta fortuna; e Giosuè Carducci (1835-1907), il quale, con singoiar vigore e tenacia vincendo e spezzando ogni ostacolo, si conquistò la gloria, ed ebbe molta efficacia su la letteratura italiana contemporanea, segnatamente su la lirica. Quando il Carducci morì, già grande era la fama di Gabriele D'Annunzio, celebre per le liriche, le tragedie, i romanzi, e di Giovanni Pascoli (1855-1912), poeta poi sempre più ammirato.
Il Carducci fu anche, insieme con Alessandro D'Ancona (1835-1914) e Adolfo Bartoli (1833-1894), dei primi e più illustri maestri di un nuovo avviamento della critica,, onde la letteratura italiana fu tutta ripresa in esame, dalle origini al secolo deci-