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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   262 la lktteratltra italiana
   capolavori di quelle letterature. Francesco Dall'Ongaro di Oderzo (1810-1873) ebbe molta popolarità specialmente per gli Stornelli patriottici. 0 Giuseppe Regaldi di Novara (1809-1883), dapprima poeta estemporaneo, compose poi prose descrittive e poesie spesso ispirate dalla scienza. Giuseppe Revere di Trieste (1812-1889) fece le sue prime prove col dramma storico; scrisse in prosa i molto lodati Bozzetti Alpini e Marine e paesi; come lirico predilesse la forma del sonetto, trattandolo con maestria e vigore. 7 Emilio Praga milanese (1839-1875) (il migliore di una brigata di giovani poeti, raccoltisi a Milano, cbe miravano alla novità nell'arte, molto però attingendo dalle letterature straniere, specialmente dagli ultimi romantici francesi) ebbe da natura qualità per cui sarebbe potuto riuscire uno dei nostri lirici più singolari e più schietti; ma gli fecero difetto la cultura e il gusto, e si sciupò l'ingegno potente con gli stravizi, che lo spensero nel fior degli anni. Nonostante la trascuratezza della forma, è notevole per sincerità e gentilezza di affetti il Canzoniere del bimbo. 8
   3. Giosuè Carducci è dei maggiori scrittori del secolo decimonono. 9 Nacque da Michele Carducci, di antica famiglia fiorentina, e da Ildegonda Celli il 27 di luglio del 1835 in Val di Castello, nella provincia di Lucca, presso a Pietrasanta.
   I primi anni li passò, fanciullo assai selvatico, in Maremma (le cui ricordanze dovean dare tesori d'ispirazione alle sue poesie), parte a Bolgheri, parte a Castagneto; ma nel 1849 il padre, che era di professione medico, si trasferì con la famiglia in Firenze, dove Giosuè, il quale aveva avuto per primi maestri i genitori (il padre sapeva il latino assai bene, e la madre era donna cólta e di sentimenti liberali), fu messo nelle scuole degli Scolopì. Già dava prove di fervido amore e di straordinaria attitudine agli studi letterari, che poi compì alla Scuola Normale di Pisa. Nell'agosto del 1855, mentre era in vacanze a Pian Castagnaio, scoppiò il colera, ed egli, per tutto il tempo che durò l'epidemia, « si diede anima e corpo alla cura dei malati ».10 Laureato in filosofia e lettere, andò nel novembre del 1856 a insegnare retorica (come dicevasi) nel ginnasio di San Miniato al Tedesco ; e del breve soggiorno in quella piccola città (vi rimase un solo anno scolastico) il Carducci ha conservato il ricordo in uno scritto stupendo per elegante spigliatezza e vivacità d'umorismo : Le risorse di San Minialo al Tedesco, raccontando anche