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la lktteratltra italiana
si compiace di certi artifizi, di certe minuzie e sottigliezze, o di qualche affettazione di semplicità, e cade un po' nella maniera. Ma nelle sue cose migliori quanta sincerità di poesia, gentilezza e soavità di sentimento e potenza di commozione; che interpretazione meravigliosa delle sensazioni e impressioni più delicate; come immagini, pensieri, affetti sono significati nel modo più efficace e squisito !
Gabriele D'Annunzio 41 deve la sua fama larga e clamorosa principalmente ai romanzi e alle tragedie, ma certo non merita minor considerazione come poeta lirico: anzi è stato detto che « spesso anche le sue tragedie, i suoi romanzi, i suoi poemi sono raccolte di liriche o di cicli di liriche ». Il D'Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo del 1863;.e a sedici anni, mentre era ancora alunno nel collegio Nazionale di Prato, diede alle stampe un volumetto di versi, Primo vere, che il Chiarini (il quale, nell'austero suo animo, doveva poi sentire cosi viva ripugnanza per certi libri di lui e farglisi aperto e rude censore) presentava al pubblico, con lodi temperate ma invidiabili e consigli paterni, in un articolo nel Fanfulla della Domenica' allora tanto diffuso e autorevole. Uscito di collegio, il D'Annunzio andò a Roma, dove si acquistò nome con i versi e le novelle, che pubblicava nel Fanfulla della Domenica, nella Domenica del Fracassa, nella Cronaca bizantina, periodici letterari in voga, e che raccolse poi in due volumi nel 1882 (Canto novo e Terra vergine). In queste prime prove, e anche in altri libri di poesia e di prosa che seguirono rapidamente, è facile avvertire l'efficacia che sul giovine autore avevano per la poesia il Carducci massimamente e per le novelle il Verga, il Capuana e il Maupassant; ma tuttavia già egli apparisce con un proprio temperamento, con una propria forma artistica. L'Intermezzo di rime, l'Isotteo, la Chimera, le Elegie romane, il Poema paradisiaco, le novelle raccolte nel volume San Pantaleone (quasi tutte ripubblicate nel 1902, con vari titoli mutati, insieme con alcune altre cose, nel volume Le novelle della Pescara), altre novelle e il primo romanzo, Il Piacere (1889), nacquero negli anni giovanili a Roma: il D'Annunzio vi « spande ed insinua dappertutto, dirò col Croce, l'onda della sua fantasia voluttuosa », eccitato da una insaziabile avidità di piaceri, ma còlto spesso da una stanchezza malinconica, dall'amarezza, dalla nausea. Dopo il Piacere, il D'Annunzio si diede subito a scrivere un altro romanzo, L'Invincibile, del