\ nella 2» metà del sec. xix e nel princ. del xx 273
quale fu solo cominciata la pubblicazione nella Tribuna illustrata: non comparve intero, in volume, se non qualche anno più tardi, rifatto e col nuovo titolo di Trionfo della morte (1894), quando già
10 avevano preceduto altri due romanzi, Giovanni Episcopo e L'Innocente (1892), romanzo quest'ultimo ammiratissimo, e che rese celebre, anche fuori d'Italia, il nome del D'Annunzio.
In Giovanni Episcopo e nell'Innocente è palese l'effetto della lettura dei romanzi russi, del Tolstoi e del Dostoiewscki, che, tradotti e studiati in Francia, avevano fatto grande impressione; e così, a principiare dal romanzo Le Vergini delle rocce, il D'Annunzio prende dal celebre scrittore e filosofo tedesco Federico Nietzsche, facendola propria e attaccandovisi tenacemente, la dottrina del superuomo, del dominatore:12 ma queste ed altre sono influenze tanto appariscenti quanto superficiali, poiché il D'Annunzio cerca nei libri altrui la materia da foggiare e plasmare con l'arte propria, arte irrefrenabilmente sensuale e voluttuosa, solo di questa veramente sollecito e innamorato.
Dopo un viaggio in Grecia il D'Annunzio fece il suo primo tentativo drammatico, il Sogno d'un mattino di primavera, recitato da Eleonora Duse a Roma nel 1897, e scrisse nel tempo stesso la tragedia La città moria, che ha per sfondo Mitene, rappresentata la prima volta a Parigi, e pubblicata nel 1898. Egli compose quindi con fecondità prodigiosa: il Sogno d'un tramonto d'autunno, poema tragico, le tragedie: La Gioconda, La Gloria, Francesca da Rimini, La figlia di Jorio, La fiaccola sotto il moggio, Più che l'amore, La nave, Fedra; La Canzone di Garibaldi, le Laudi del Cielo del Mare della Terra e degli Eroi; i romanzi
11 fuoco e Forse che sì forse che no, ecc. Tutte queste opere furono variamente e vivamente discusse: ebbero maggior plauso fra le tragedie, non senza contrasti, la Francesca da Rimini, che ci dà come una colorita visione medioevale, e, con più generale consenso, La figlia di Jorio, il capolavoro drammatico del nostro autore.
Trasferitosi in Francia, il D'Annunzio scrisse anche in lingua francese opere drammatiche: in versi II martirio di San Sebastiano (1911) e La Pisanella (ben tradotta in versi italiani da E. Janni); in prosa II caprifoglio, che rifece in italiano con altro titolo: Il ferro (1914). In italiano compose pure, oltre varie prose (Contemplazione della morte [1912], ecc.), la «tragedia lirica» Parigina (1913), musicata dal Mascagni.
18 — Venturi, Storia delia Letter. ital.