\ nella 2» metà del sec. xix e nel princ. del xx 275
Non può dirsi oggi quanta parte della vasta opera del D'Annunzio, la quale ci auguriamo lontana ancora da essere compiuta, sarà veramente duratura, e qual giudizio ne sarà dato, quando potrà essere esaminata tutta con occhio tranquillo e sereno. Nessuno ad ogni modo può negare la padronanza signorile e balda che il D'Annunzio ha della lingua, dello stile e del verso, la ricchezza abbagliante, talvolta anche eccessiva, delle immagini, la magnificenza dei colori e l'incanto delle armonie onde spesso ci affascina. Se la sua arte, che pur spesso suscita l'ammirazione, è anche oggetto di critiche severe; indipendentemente dal giudizio estetico, le più forti, e certo legittime, avversioni contro molta parte dell'opera sua sono prodotte dal contenuto morale, malsano e corrotto. 45 Ma il D'Annunzio ha pure l'animo aperto ai sentimenti più nobili e più gentili: così nel Notturno non solo arde e splende l'amore eroico della patria, ma vi sono significati stupendamente gli affetti di figlio, di amico, di padre. E fervido e alto è il libro : Per l'Italia degli Italiani (1923); ripubblicato nel 1926, accresciuto, col titolo: Il libro ascetico della giovane Italia.
Di nessun altro dei nostri lirici viventi grandeggia la fama: ma non pochi sono tenuti debitamente in pregio, come G. A. Cesareo di Messina (nato nel 1861. professore di letteratura italiana nella Università di Palermo, Senatore), insigne critico e poeta di alto valore;40 Giovanni Bertacchi (nato a Chiavenna nel 1869, professore di letteratura italiana nella Università di Padova), nel quale è così sincera l'ispirazione come spontanea e calda la forma; Francesco Chiesa (nato nel 1870 nel Canton Ticino), elevato e nobile poeta, più noto oggi per i suoi bei romanzi; Manfredo Vanni (nato a Sorano [Grosseto] nel 1860), prosatore toscanamente arguto nei suoi Gasi da novelle, poeta originale e felice segnatamente negli Epigrammi squisiti; Francesco Pastonchi (nato a Riva Ligure nel 1875), autore di una, ricca ed elaborata produzione lirica; Pietro Mastri (pseudonimo di Pirro Masetti), che sa dare un'espressione così limpida ed efficace ai raccoglimenti dell'anima sua poetica; A. S. Novaro, A. Orvieto, G. Lipparini, V. Gerace, Diego Valeri ed altri ancora. Alcuni vollero romperla con la tradizione e iniziare (non senza però notevoli derivazioni dalla letteratura francese) una poesia nuova negli spiriti e nelle forme.47 Molta fortuna ebbero i non numerosi versi di Guido Gozzano, morto nel 1916 nel fior