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così ricca vena di comicità e umorismo nei sonetti popolarissimi La scoperta dell' America, e in quelli di Villa Glori, scrisse il Carducci, « solleva di botto con pugno fermo il dialetto alle altezze epiche»;53 con Salvatore Di Giacomo (Accademico d'Italia), sempre più popolare e più ammirato, 54 e Ferdinando Russo (1866-1927) napoletani, Berto Barbarani veronese ed altri.
Oltre le traduzioni, che si è avuto già occasione di citare (alle quali non poche se ne potrebbero aggiungere dalle letterature moderne, come le traduzioni dello Shelley di Adolfo De Bosis (1860-1924), poeta eletto; quella che del teatro dello Shakespeare vien pubblicando Diego Angeli; ecc.), ne indichiamo alcune assai lodate dalle letterature classiche. Gareggia con quella del Pindemonte la traduzione dell'Odissea di Paolo Maspero milanese (1811-1895): veramente felice la versione che delle Metamorfosi di Ovidio fece, in fluide e belle ottave, un buon prete di Foiano in Valdichiana, Luigi Goracci (1808-1883). Augusto Franchetti di Firenze (1849-1905), valente storico e critico, tradusse quasi tutte le commedie di Aristofane con molto gusto; ma con la completa versione del sommo e difficilissimo poeta comico greco forse lo superò Ettore Romagnoli, poeta e filologo, professore di letteratura greca nella Università di Pavia, Accademico d'Italia; il quale ci ha poi date molte altre traduzioni pregevolissime dei poeti greci. Giuseppe Fraccaroli veronese (1849-1918), autore di svariate opere ricche di dottrina e di acume (come L'irrazionale nella letteratura, L'educazione nazionale, ecc.), si cimentò con Pindaro, e fece altre buone versioni dal greco. Giuseppe Albini, professore di letteratura latina nella Università di Bologna, letterato di molto sapere e di ottimo gusto, ha tradotto Virgilio con fedeltà ed eleganza.
Versioni poetiche da men note lingue, dal sanscrito, dal persiano, ecc., dobbiamo a Michele Kerbaker (1835-1914), illustre filologo e indianista ed elegante verseggiatore, a Emilio Teza (1831-1912) celebre poliglotte, a Italo Pizzi (1849-1920), traduttore del gran poema di Firdusi e dei Nibelunghi, a P. E. Pa-volini, che ha tradotto nel metro originale il poema nazionale finnico, il Kalevala, ecc.
5. A Vincenzo Martini può darsi il merito di rinnovatore della commedia, chi consideri le condizioni del teatro nostro quando egli, verso il 1845, scriveva le più pregevoli sue commedie. 55 Migliorarono le sorti della drammatica nella seconda metà del