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onore del premio Nobel, appare segnatamente originale e potente nel ritrarre la vita, scene, costumi, caratteri, figure, della sua isola. Scrittore molto apprezzato è Alfredo Panzini (nato a Senigallia nel 1863: Accademico d'Italia), la cui arguta ironia vela non di rado una pensosa tristezza e accorati rimpianti. Giuseppe Antonio Borgese (nato nel 1882 a Polizzi Generosa in Sicilia), professore di Estetica nella Università di Milano, critico coltissimo e sagace, ha dimostrato qualità eminenti di narratore specialmente col romanzo Bubè, che, fra quelli apparsi negli ultimi tempi, è dei più notevoli e significativi. Ben noti e molto letti sono Luciano Zuccoli, Virgilio Brocchi, Antonio Beltramelli (Accademico d'Italia), Marino Moretti, Salvatore Gotta e non pochi altri.
Romanzi e racconti in buon numero compaiono primamente nelle riviste; e a brevi novelle e bozzetti, oltre i giornali letterari, dànno talvolta accoglienza anche i giornali politici; i quali anche per altri scritti non dovranno esser trascurati da chi tratti meno sommariamente della letteratura contemporanea. Da Carlo Lorenzini (Collodi) (1826-1890) (l'autore del nostro più bel libro per i ragazzi, le celebri Avventure di Pinocchio), da $ P. C. Ferrigni ( YoricTc) (1836-1895), brioso, versatile e fecondo scrittore, specialmente reputato critico delle opere drammatiche, al piacevolissimo L. A. Vassallo (Gandolin) (morto nel 1906), a Luigi Bertelli (Vamba) (1858-1921) e a parecchi viventi, una schiera numerosa di giornalisti si acquistò popolarità e fama, esercitando non poca efficacia su le opinioni, il gusto e la cultura del pubblico.
Col Panzacchi, col Nencioni, col Chiarini, ecc., si segnala nel giornalismo letterario Ferdinando Martini, anzi per eleganza e brio lascia addietro tutti. Nacque a Monsummano nel 1841 e cominciò da giovane a comporre per il teatro, come il padre suo Vincenzo; scrisse poi di critica drammatica, e collaborò con articoli pieni di spirito nel Fanfulla: nel 1879 fondò il Fanfulla della Domenica, che sotto la sua direzione ebbe un periodo glorioso. Era già deputato al Parlamento: nel 1884-86 diventò segretario generale e pochi anni più tardi ministro per la Pubblica Istruzione (1892-93). Dopo essere stato nella Eritrea, come vicepresidente di una commissione d'inchiesta, aveva pubblicato un importante e stupendo libro Neil'Affrica italiana (1891) e qualche anno dopo Cose affricane (1896): con giudiziosa e fe-