\ nella 2» metà del sec. xix e nel princ. del xx 293
sizione e il giudizio delle opere maggiori e più significative, e le grandi linee dello svolgimento della nostra letteratura; né forse per vigore e acume critico sarà mai superata. 83
Ma anche il De Sanctis riconosceva la necessità di estendere e approfondire la conoscenza della storia della letteratura nostra con nuove indagini e accurati studi speciali. « Mi dolgo soprattutto, egli diceva (è opportuno rammentare queste parole), che presso noi sieno così scarse le monografie e gli studii speciali sulle epoche e sugli scrittori ». « Quando una storia della letteratura sarà possibile? Quando questo lavoro paziente avrà portata la sua luce in tutte le parti; quando su ciascuna epoca, su ciascuno scrittore importante ci sarà tale monografia o studio o saggio, che dica l'ultima parola e sciolga tutte le questioni ». 84 Era intanto necessario compiere un grande lavoro filologico e storico; al quale si dedicarono, con eccellenti risultati, molti egregi studiosi: fra i primi, col Carducci e il D'Ancona, Adolfo Bartoli di Fivizzano (18 3 3-18 9 4), 85 professore per molti anni nell'Istituto di Studi Superiori di Firenze. I primi due secoli della letteratura italiana (Milano, 1880) e la Storia della lettera-tara italiana (Firenze, 1878-89) rimasta interrotta al voi. VII, su Francesco Petrarca, sono opere, l'una e l'altra e segnatamente la seconda, di molto pregio: delle quali si giovarono il Gaspary e quanti altri poi rivolsero i loro studi ai primi secoli della nostra letteratura. Particolarmente agli studi danteschi il Bartoli portò un contributo importante, ancorché alcune sue opinioni sieuo state confutate o modificate, e soprattutto diede un opportuno ed utile impulso. 86
Alessandro D'Ancona, nato a Pisa nel 1835 e morto a Firenze nel 1914, giovanissimo fece le sue prime armi nella politica e nel giornalismo liberale; ma intanto studiava e pubblicava le opere di Tommaso Campanella: nel 1860 ebbe la cattedra di letteratura italiana nell'Università di Pisa: nel 1904 fu nominato senatore del Regno. Dall'ottima sua scuola uscirono molti valenti studiosi, non pochi dei quali divennero alla loro volta maestri illustri nelle facoltà filologiche, come il Rajna. il D'Ovidio e, più tardi, altri. Le maggiori opere di lui, importantissime e magistrali, sono le Origini del teatro in Italia (la ediz. 1877) e La poesia popolare italiana (la ediz. 1878); ma son pure molto pregevoli gli Studj di critica e storia letteraria, gli Studj sulla letteratura italiana de' primi secoli, gli Scritti Danteschi, i Saggi di