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Storia della Letteratura Italiana

Giovanni Antonio Venturi
Sansoni Editore Firenze, 1929, pagine 327

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   la lktteratltra italiana
   di S-aggi critici, i quali, oltre che per il vario sapere, la modernità del metodo, la dirittura e la finezza delle osservazioni e dei giudizi, piacquero moltissimo per la garbata facilità e spiglia^ tezza dello stile; come poi le Discussioni manzoniane (1886) e il libro su Le correzioni ai Promessi Sposi e la questione della lingua, più volte ristampato con modificazioni ed aggiunte. Nel 1901 raccolse gli Studii danteschi in un volume desideratis-simo, al quale fece seguire due altri di Nuovi studii danteschi, i Nuovi studii manzoniani, Versificazione italiana e arte poetica medioevale, ecc. 93
   Pio Rajna (nato nel 1847 a Sondrio, professore di letterature neolatine, sino a pochi anni fa, nell'Istituto di Studi Superiori di Firenze, senatore, ecc.) ha principalmente studiato la epopea romanzesca con risultati di grande importanza; ma si è occupato anche di altri argomenti, come più volte di Dante, e ha procurato una edizione critica, esemplare e perfetta, del De vulgari eloquentia. Le più vaste e più insigni sue opere, Le fonti dell'Orlando Furioso (la ediz. 1876) e Le origini dell'epopea francese (1884), e tutti gli studi suoi sono in gran pregio per la larghezza e la scrupolosa precisione delle indagini, per la oculatezza e il rigore della critica.
   Nel 1883 il Graf, Francesco No vati e Rodolfo Renier fondarono il Giornale Storico della letteratura italiana; il quale, co-m'ebbe a scrivere Benedetto Croce, divenuto « centro e principale emanazione » di una larga schiera di valenti studiosi, « tanti servigi ha resi all'opera della nostra storia letteraria », e tanto efficacemente ha contribuito al buon lavoro compiuto negli ultimi decenni. 91 Dopo otto anni il Graf si ritirò dalla direzione, pur sempre pronto a dare al Giornale il suo consiglio ed aiuto, ed in essa continuarono alacremente i due più giovani colleghi, assumendone il carico più grave il Renier. Questi, nato a Treviso nel 1857 e morto a Torino nel 1915, professore di letterature romanze nella Università di Torino,-e il No vati, nato a Cremona nel 1859 e morto a San Remo nel 1915, professore di letterature romanze nell'Accademia Scientifico-letteraria di Milano, furono, e dalla cattedra e con i propri studi, egregi maestri di erudizione e di critica solida e sagace: più varia e più ricca l'opera del Novati, meno copiosa ma non meno pregevole quella del Renier; il quale tanta parte della sua attività consacrò, così utilmente, al Giornale Storico.