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fissa o permanente; i campi seminati a grano gli danno certezza di nutrimento; le foreste che circondano la sua casa gli somministrano legna e materiali da costruzione ; i prati gli producono erba e cibo invernale pel suo bestiame, ed anco le acque gli pagano il loro tributo. Il proprietario coltiva e custodisce il suo territorio; egli ha consecrato ad esso tutte le sue cure, tutte le sue fatiche ; esso è suo o vuole e dee possederlo per sè e po' suoi discendenti.
Altri agricoltori pongono stanza in vicinanza; ciascuno edifica la propria abitazione, coltiva il proprio terreno e si appropria il territorio che gli abbisogna; i territorii si scompartono, si stabiliscono i confini per le proprietà; il diritto di possesso diviene più definito e comprende anche la proprietà territoriale. La vita patriarcale più non esiste; ogni possessor di terreno diviene un uomo per sè, un uomo indipendente. Per segnare e contraddistinguere la sua proprietà, il possessore d'ogni dimora fissa, elegge il suo proprio marchio privato, il suo bomurJte che 6 il principio del linguaggio scritto.
Per siffatta guisa la prima lettera scritta (sia che la supponiamo inventata dal nomade o dall'agricoltore) divenne un segno del diritto di possesso e probabilmente la prima linea scritta fu un accordo, un patto fra vicini, risguardante il mio ed il tuo, conseguentemente un contratto — il primo passo verso una legge futura, in uno stato più composto di società.
Il campo ed il pascolo dell'uomo, la sua foresta, la sua miniera, i suoi-laghi e fiumi sopperiscono alla maggior parte dei suoi bisogni ; non a tutti, a dir vero, ma, per altra parte, ad alcuni in soprabbondanza. Questa soprabbondanza o superfluità si può cambiare per via di permuta e sopperir per tal modo a' suoi altri