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vainolo vaccino; ma la sua attenzione erasi rivolta assai prima allo studio del supposto effetto di questo vaiuolo nel rendere immune dall'altro. Jenner, ch'era figlio del vicario di Berkeley, faceva pratica sotto un chirurgo di nome Ludlow a Sudbury, piccolo villaggio presso Bristol, ove fu chiamato un giorno a visitare e curare una giovane contadina che mungeva le vacche in una masserìa dei dintorni. Parlando a caso in sua presenza del vaiuolo, la contadina osservò immediatamente : « Io non posso prendere questa malattia perchè ho già avuto il vaiuolo vaccino ». Ricerche ulteriori chiarirono come fosse quella una credenza popolare nel paese, e sebbene i medici se ne facessero beffo come di un'ubbia popolare, il giovane Jenner no rimase profondamente colpito. Egli non ignorava che un'eruzione, manifestantesi principalmente sulle mani delle lattaie che avevano munto vacche infette dal vaiuolo, aveva, quaranta o cinquant'anni addietro, attratto l'attenzione dei medici ; e quando prese a-fare il farmacista osservò che, fra le donne a cui recavasi ad inoculare il vaiuolo nelle masserie, molte resistevano ad ogni suo sforzo per inocularle. Egli trovò che tutte quelle donne costumavano mungere le vacche ed avevano avuto la malattia detta vaiuolo vaccino.
La sua via era però irta sempre di difficoltà e di ostacoli. Pochi reeavansi a far con lui indagini in ciò che pareva un mero pregiudizio popolare; e di più consideravano come ributtante ed empia l'idea di comunicare ad una creatura umana una malattia propria dei bruti. Persino il celeberrimo chirurgo ed anatomico, Ilunter, col quale Jenner era dimorato due anni, prestò poca attenzione a'suoi suggerimenti; ed in un club medicale, di cui Jenner era membro, gli fu fatta minaccia di espulsione so continuava a seccare