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in uso al di d'oggi, o quantunque quella di Newco-. nien fosse assai più vantaggiosa per la sua applicazione allo miniere, non solamente non furono mai trovati mezzi di adoperare la potenza del vapore ad altro fine che ad attinger acqua, ma anche questa operazione era assai imperfetta e dispendiosa, a tale che la forza d'acqua e quella dei cavalli erano spesso preferite al vapore. Il gran consumo di combustibile che richiedeva era il suo difetto principale e l'altra im- . perfezione era la sua perdita d'ogni benefizio diretto dalla forza espansiva del vapore stesso. Quest'elemento era adoperato soltanto per creare un vuoto ed una macchina pneumatica, mossa ad acqua o coi cavalli, avrebbe fatto altrettanto. Nel senso più stretto della parola, era una macchina ad aria e non a vapore.
Giacomo Watt, approfittando dei varii tentativi di questi suoi predecessori, divenne, se non il creatore, il perfezionatore della macchina a vapore.
XXIV.
Infanzia e giovinezza di Giacomo Watt.
Giacomo Watt, nato il 19 gennaio del 1736 a Gree-noek in Iscozia, era fin dalla nascita di costituzione delicatissima e poco atto a lottare con le grandi difficoltà ch'ebbe a superare nella sua carriera. Sua madre, donna non meno notevole per la sua intelligenza che per le sue grazie personali, gl'insognò a leggere appena fuor dell'infanzia ; e SUO padre, costruttore navale, vi aggiunse un po' di scrittura e di aritmetica. H fan-