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ciullo fece rapidi progressi iti quest'ultima e costumava abbacòare coti un lapis sopra pezzetti di carta, o, più comunemente, con un pezzo di gesso sul pavimento; ed era questo-il suo solo divertimento quando le aspre doglie di capo a cui andava soggetto l'obbligavano a rimanere in casa.
Una volta cli'ei stava abbaccando al solito sopra una pietra del focolare, un visitatore disse al padre suo:
—' Voi dovete mandare il fanciullo a scuola e non permettete ch'ei rimanga a casa ozioso.
— Osservate quello che fa prima di biasimarlo, rispose pronto il padre suo; ed il fanciullo, che non aveva ancora sei anni, stava appunto tentando di sciogliere un problema geometrico.
Un'altra volta, sua zia Muirhead, ch'era venuta a prendere il the con la famiglia Watt, rimproverò al fanciullo la sua indolenza dicendogli : < Non ho mai veduto un ragazzo ozioso come te. Orsù, piglia un libro e studia! Per un'ora intiera non hai proferita una parola e non hai fatto altro che togliere il coperchio dal pentolino, tenendo ora una tazza, ora un cucchiaio sopra il vapore che esala e noverando le goccie che cascano. Non hai tu vergogna di sciupare il tempo a questo modo ? s II piccolo Giacomo, soggiunge Àrago che narra la storiella, scherzando col pentolino dei the divenne l'inventore immortale che lutti sanno.
Uscito dalla scuola di grammatica della sua città natia, Watt non ricevò altra educazione scolastica, ma cominciò quel sistema di studiare ed imparare da sò che prosegui sino al termine della sua lunga vita. Egli era naturalmente un giovane solitario e piaceasi andare a zonzo negli ameni dintorni di Greenock. I pochi antichi strumenti nautici che trovò nella casa paterna, destarono in lui una gran vaghezza di cono-