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seere le maraviglie dell'astronomia, essendoché in tutta quanta la sua vita ei non potesse vedere una macchina od uno strumento senza un vivo desiderio di conoscerne l'uso. A quindici anni aveva letto due volte, e con grande attenzione, gli Elementi di filosofia naturale di S. Gravesende, ed a diciassette, costruì una piccola macchina elettrica, strumento poco noto a quei tempi. Egli leggeva anche avidamente libri di medicina, e faceva sezioni anatonomiche, ed un giorno fu trovato con la testa di un fanciullo morto di malattia singolare. In età più avanzata usava dire che: « Se avesse potuto sopportare la vista dei patimenti umani, si sarebbe fatto chirurgo ». Studiava anche botanica e mineralogia all'aria aperta nelle vicinanze della sua città natia. Egli leggeva tutti i libri che capitavangli alle mani e che promettevangli qualche nuova nozione, e ad un amico che lo biasimava di leggero ogni sorta libri, rispose : « Non ho mai letto un libro, nò conversato con un compagno senza ritrarne istruzione e diletto •».
Tale si fu l'infanzia e la giovinezza del figliuolo di un costruttore navale, che doveva divenire uno dei più illustri promotori del progresso materiale ed uno dei più grandi benefattori dell'umanità, mediante il perfezionamento e l'applicazione pratica della macchina a vapore.