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prosperano in ogni dove. Egli formò il proposito di menare ima vita indipendente e di divenire una specie di piccolo sovrano in quelle solitudini selvatiche. Col-l'aiuto de' suoi compagni, ei costruì un*forte sul fiume Sacramento per difendersi dagli assalti degli Indiani e gli pose il nome di Nuova- Elvezia in memoria della sua patria. Questo forte era munito di dodici cannoni e sorgeva in mezzo a vaste e fertili praterie in cui pascolavano quattromila, fra buoi e vacche, mille cinquecento fra cavalli e mule, e duemila pecore. Oltre di ciò, Sutter aveva messo a coltura vaste distese di terreno; aveva due navicelli sul Sacramento; era in una parola l'uomo più ricco e più indipendente nella regione vastissima fra le Montagne Rocciose e il Pacifico.
Nel settembre del 1847, il capitano Sutter fece costruire da un ingegnere, di nome Marshall, una sega ad acqua presso una pineta. L'acqua che doveva metterla in moto, scendeva dall'alta, trasportando una grande quantità di sabbia e di sedimenti rocciosi. Un giorno, mentre stava sorvegliando i lavori, Marshall avvisò alcune particelle lucicanti nella sabbia, e, raccoltone alcune in una bottiglia, lo mostrò al capitano Sutter.
— Che cosa sono questi granellini lucicanti? chiese l'ingegnere, mettendo la bottiglia al sole davanti agli occhi del capitano*
— Sonò oro, rispose questi, dopo averli esaminati attentamente. Dove gli avete presi?
— Là, disse Marshall, additando la pineta in lontananza. Se questi granellini scintillanti sono oro, come dite e come credo, vi sono ricchezze in queste regioni, appetto alle quali il vostro bestiame, per quanto numeroso, ed i vostri culti, per quanto estesi, sono un nonnulla.