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Dieci anni soltanto dopo l'applicazione dell'elice ai piroscafi, fu calcolato che, se nella sola marina militare dell'Inghilterra fosse continuato l'antico esclusivo sistema a ruote, si sarebbero dovute spendere parecchie centinaia di milioni di più; mentre incalcolabile è il ris-* parmio ottenuto mediante l'introduzione dell'elice nella marina mercantile.
Inventore dell'elice, vale a dire di un grande perfezionamento nel progresso materiale, fu creduto finora, Francesco Petit Smith, pastore inglese della contea di Kent, il quale vuoisi costruisse un modello del nuovo propulsore fin dal 1834, modello che fu poi applicato in grande nel 1841 al piroscafo Archimede, il quale visitò i porti principali dell'Inghilterra e traversò la Baia di Biseaia ad Oporto, eccitando l'ammirazione universale. Ma un serio competitore sorse recentemente a contrastare la gloria di questa importante invenzione al fortunato pastore inglese. È questi Giuseppe Ressel, nato nel 1793 in Boemia, morto nel 1857, il quale fin dal 1812 avrebbe manifestato l'idea di adattar l'elice alla poppa dei piroscafi, e il 27 marzo del 1827, avrebbe ottenuto dal governo austriaco un privilegio biennale per questa scoperta. Certo Bauer, ispettore forestale ed amico di Resse!, andò a Londra per ferri costruire il primo elice, ed il 10 giugno del 1828, un mercante inglese, Carlo Cum-merow, otteneva un brevetto per certi perfezionamenti nella propulsione delle navi comunicatigli da «uno straniero innominato. Frattanto Ressel trasferlvasi a Trieste per porre in pratica il suo trovato, e, come avviene di tutti quasi gl'inventori, fu posto in derisione con queste parole: Vuol egli succhiellare il mare? Da ultimo un ricco mercante triestino, Ottavio Fontana, conchiuse con esso lui un contratto per la costruzione di un piroscafo a elice della forza di sei cavalli soltanto, denominato la