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Storia popolare del progresso materiale negli ultimi cento anni

Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino Napoli, 1871, pagine 319

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il traforo del Cenisio.
   10 non potrei terminar meglio questa mia breve rivista del progresso materiale che narrando succintamente la storia di quest'opera colossale che onora altamente l'Italia, la quale ebbe il coraggio d'iniziarla e la costanza di compierla, e che la posterità considererà sempre come la redenzione dell'anno 1870, barbaramente insanguinato dalla guerra franco-prussiana.
   Fin dal 1846 re Carlo Alberto aveva volto il pensiero al traforo delle Alpi, ma gli studi fatti non approdarono. La guerra del 48 e 49, le difficoltà fra le quali dibattevasi il Piemonte distolsero l'attenzione da una impresa così poderosa e che richiedeva immensi capitali. Il genio di Cavour doveva iniziarla, ma non doveva, ohimè! vederla compiere.
   11 progetto di legge relativo alla riforma del capitolato di concessione della ferrovia Vittorio Emanuele e Traforo delle Alpi fu posto all'ordine del giorno della Camera subalpina del 25 giugno 1857. Presidente del Consiglio dei ministri era Camillo Cavour, ministro dei lavori pubblici Paleocapa e relatore della commissione Gustavo Cavour, fratello di Camillo.
   Votata la legge, un regolamento sotto la data del 25 agosto 1857 stabilì le basi dell'impresa, affidandone la direzione agli ingegneri Grandis, Grattóni e Som-meiller, inventori del sistema meccanico di perforazione coll'aria compressa applicata come forza motrice.
   Di questa' grande invenzione rivendicò la priorità l'ingegnere milanese Piatti, e v'ha chi dice a ragione