pressa a sei atmosfere assoluto entrava in altrettanti serbatoi di lamine di forro della capacità di 17 m, c. e vi si manteneva alla stessa tensione mediante l'azione di una colonna d'acqua che partiva da un recipiente della capacità di 400 m. c. e sovrastava di m. 50 al piano regolatore di scarico. Osserverò di passata che a questi compressori, detti a colonna, ne furono sostituiti altri più efficaci, consistenti in una tromba a doppio effetto mossa dalla forza idraulica.
Dai serbatoi partiva il condotto impermeabile di ferro fuso, il quale, addentrandosi nella galleria, comunicava il movimento alle macchine perforatrici. • Ingegnoso, comecché complicato, è l'organismo di queste macchine, quale è richiesto dalla varietà e natura dei movimenti che voglionsi ottenere, vale a dire — la percussione seguita dalla retrocessione immediata dello scalpello, il suo movimento rotatorio e il suo avanzamento a proporzione che il foro divien profondo. La parte essenziale è il cilindro a stantuffo sul quale è innestatolo scalpello, che, sotto l'azione dell'aria compressa, dà tre polpi al' minuto secondo, con una corsa dai 16 ai 20 centimetri sotto l'impulso di 90 chilogrammi. Una macchina diventa inservibile quando ha fatto 900 fori; se ne cambiano per riparazione due ogni muta od attacco e se ne sostituisce una nuova ogni sei o sette metri di avanzamento. Questo ordegno passò naturalmente per istadii successivi di perfezionamento.
Ecco ora come si fa il lavoro di perforamento.
Con le macchine perforatrici si apre una galleria pre* paratoria larga metri 3,40 ed alta metri 2,40, lasciando ai metodi ordinarli rescavazione dello strozzo, ovverosia l'ampliamento alle dimensioni stabilite. È in questa piccola galleria che si prolunga il binario fin quasi alla fronte di attacco c che si scava un fosso destinato a ri-