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Storia sacra illustrata

Secondo Carpano
S.E.I., 1929, pagine 183

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   — 34 —
   mìo, t con la quale suol fare gli auguri; pessima cosa voi
   avete fatto ».
   I fratelli risposero, negando d'aver commesso tal delitto e dicendo al maggiordomo : « Presso chiunque di noi si trovi quel che tu cerchi, egli muoia, e noi saremo schiavi del tuo Signore ».
   Slegarono i sacchi, e si trovò la coppa nel sacco di Beniamino.
   Ritornarono tosto dal viceré e gli si gettarono, costernati, ai piedi, professandosi per suoi schiavi.
   Ma Giuseppe disse che non voleva per schiavo se non quegli che aveva rubato la coppa.
   Giuda supplicò Giuseppe a voler prendere lui stesso in luogo di Beniamino, perchè, se mai fossero tornati senza il fanciullo, il vecchio loro padre ne sarebbe morto di dolore.
   Giuseppe non si potè più oltre contenere e, fatti uscire gli estranei che eran là presenti, proruppe in lacrime, dicendo ai fratelli: « Io sono Giuseppe! Vive tuttora il padre mio?» E, vedendoli sbigottiti e senza parola: «Non temete» continuò, « Dio mi ha mandato in Egitto per la vostra salute. Affrettatevi a ritornare dal padre nostro e conducetelo a me ». Poscia li baciò a uno a uno e li mandò in patria, perchè gli conducessero il vecchio genitore.
   Giuseppe avrebbe potuto vendioarsl con I fratelli; oon quanta generosità Invooe 3( trattò! Proaura di Imitarlo ool perdonare generosamente le offese e rendere eempre bene per male